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la leggenda di tristano | 269 |
conosciuto in cotale maniera; imperciò che ora potrò io bene dire e racontare vostra cavalleria e cortesia. E imperciò voglio che vi piaccia che nostra pace si sia fatta da voi a me, imperciò ch’io non voglio piú combattere con voi». Ma quando monsignor T. intese queste parole dalo cavaliere, fue molto allegro e disse: «Per mia fé, cavaliere, io faroe vostra volontade, dappoi che voi volete». E a tanto sí s’abracciarono intrambodue li cavalieri e fecensi insieme molto grande allegrezza. E incontanente andarono pegli cavagli e montarono a cavallo, e partironsi dala fontana e incominciarono a cavalcare per la foresta.
CCXIV. — Quando venne nell’ora di nona, [messer T. e messer Estore] s’apressonno ad una foresta, ove elli trovaro sette cavalieri, e damigelle che sollazavano co loro davanti alla foresta. E se alcuno mi dimanderá chi erano li cavalieri, io dirò che l’uno [era] lo figliuolo del re di Norgales, buono cavaliere e pro valente duramente, ed era apellato Geon, e tutti gli altri erano suoi cavalieri e tenevali per suoi compagnoni. Elli avia fatto venire in quello luogo una gentile donna di Norgales, la quale amava per amore, e per amore di quella donna erano in quello luogo asembrati. Elli facieno molto dilettevoli sollazzi ed erano venuti tutti armati di tutte arme, ed anco erano armati di tutte arme, salvo che di loro elmi. E immantenente ch’elli videro venire inverso di loro li due cavalieri, che armati venieno per lo grande cammino, dissero intra loro: «Qui potremo noi trovare giostra, ché vedete venire di qua due cavalieri armati. Elli sono due, che [si] possono bene sprovare». Lo figliuolo del re si fece alacciare l’elmo al piú tosto ch’elli puote; altresí medesimo fece un altro cavaliere, che lo chiamò a quello bisogno. E quando elli fuoro ambendue a cavallo, elli si metteno nel mezzo del cammino, e incominciano a gridare tanto quanto elli puoteno, e diceno: «Siri cavalieri, giostrare vi conviene per lo costume del reame di Norgales. No’ v’apellamo ala giostra perch’elli non ne sia