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264 | la leggenda di tristano |
ad appellare lo forestiero, ed egli andoe a lui, con molto
grandi torchi di cera appresi, imperciò ch’era gran parte dela
notte giá passata. E quando lo forestiero l’ebe veduto, e cognobelo incontanente e andoe a lui e fecegli molto grande
festa. Ma tanto dimorarono in cotale maniera, [ch]e lo cavaliere ismontoe da cavallo e disse: «Forestiero, ora mi dite,
se Dio vi salvi, se neuno de’ nostri compagnoni hae in questa
vostra magione». E lo forestiero sí rispuose e disse: «Per
mi’ fé, cavaliere, qui si è monsignore lo re Artú e messer
Estore e Gariet e Garies e lo re siniscalco. Tutti questi cavalieri sono in questa magione; ma lo re e vostro cuscino si
vennero ora indritto d’aventura». Ma quando lo cavaliere intese queste parole, fue molto allegro e disse: «E dunqua è
diliverato lo re Arturi?». Ed egli disse: «Per mia fé, cavaliere, sie». E lo cavaliere disse: «E sapete voi quale cavaliere
l’hae diliverato?». Ed egli disse: «Per mia fé, egli l’hae diliverato monsignor T., lo migliore cavaliere del mondo. Onde
noi possiamo dire ch’egli hae tanto fatto per sua prodezza,
che bene è da ricontare da tutti i baroni, quand’egli ha tanto
fatto, che per la sua prodezza egli hae diliverato lo re Artú,
sí come voi udite dire; ché tutti gli altri cavalieri si misero
in aventura, non potterono avere lo re Artú, se non solamente
monsignor T.».
CCVIII. — Ma se alcuno mi domanderae come avea nome questo cavaliere, io diroe che questi si era monsignor Lansalotto di Laca, [lo quale] è cotanto rinominato di prodezze. Ma quando monsignor Lansalotto intese queste parole, fue molto allegro a dismisura, e disse: «Forestiero, certo io sono molto allegro che monsignor T. hae diliverato lo re Arturi, imperciò ch’io voglio che voi sappiate, ch’egli è lo migliore cavaliere che voi unquanche udiste parlare». Molto fue allegro Lansalotto di questa aventura. F. a tanto sí andoe nela sala, e quivi sí trovoe lo re Artú; [e quando lo re Artú] vide monsignor Lansalotto, fecegli molto grande festa. E Lansalotto disse: «Certo, monsignor, io sono molto allegro, quando voi