Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
262 | la leggenda di tristano |
gioia. E istando in cotale maniera, ed eglino sí domandarono
lo re, per quale cavaliere egli fue diliverato e in che maniera.
E lo re sí divisoe loro tutto, sí com’egli fue diliverato per
uno cavaliere, lo quale iera lo piú pro cavaliere che unqua
fosse al mondo; ed appresso sí gli divisoe tutta l’a ventura,
sí come noi detto avemo: «E imperciò voglio che voi sappiate ch’io abo troppo grande volontade di sappere suo nome,
per amore dela sua cavalleria». Ma quando li cavalieri intesero queste parole, fuorono molto allegri a dismisura e dissero:
«Per mia fé, re, quello cavaliere si è molto da lodare, che
tanto hae fatto per vostr’amore. Ma tanto mi dite, se Dio vi
salvi, se a voi piace, che arme portava lo cavaliere?» E lo
re si disse sí com’egli portava un’arme, la quale iera cosi
fatta, ch’iera lo campo [azurro e lo bone d’oro] e sono li corni
vermigli: «onde io abo molto grande volontade di sapere
suo nome». E quando Gariet intese queste parole, fue molto
allegro. E istando per uno poco, disse: «Per mia fé, monsignore, voi siete diliverato per lo migliore cavaliere e per lo
piú cortese, che io vedesse giá mai per neuno tempo. Ma tutta
fiata voglio che sappiate che lo cavaliere, il quale noi tutti
e tre abattecci in una mattina con una lancia, si fue quegli
esso; né io unqua non vidi uno cavaliere piú ardito di lui».
Molto parlavano ambodue li cavalieri di questa aventura.
CCVI. — In questa parte dice lo conto, che quando lo re Artú intese queste parole, fue molto allegro e disse: «Gariet, ditemi, se Dio vi salvi, cognoscete voi lo cavaliere?». Ed egli disse: «Certo, re Arturi, io so di quello onde voi parlate e alo maitino vi diroe tutto il convenentre». Ma quando lo re Artú intese queste parole, fue tanto allegro che assai, e disse: «Gariet, io vi comando, per quello che tenuto mi siete, che voi mi dobiate dire lo nome di quello cavaliere lo quale portava quelle arme». E quando Gariet intese questo comandamento, disse: «Re Artú, ora sappiate che quello cavaliere si hae nome monsignor T. e fue figliuolo delo re Meliadus di Leonois, lo quale è lo migliore cavaliere che sia