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la leggenda di tristano 259


lo re Artú intese queste parole, incontanente si partío da lui e andoe per una foresta, cercando lo cavallo delo cavaliere lo quale iera abattutto; e tanto andoe cercando in cotale maniera, ched egli sí trovoe lo cavallo e trovollo ad una fontana, e andò e prese lo cavallo e menollo alo cavaliere, alo piú tosto ched egli unqua potte. E quando fue giunto a lui, sí gli disse: «Ai, sire cavaliere, or tornate suso e montate a cavallo e partiamoci di quie, imperciò che a me si tarda troppo di arrivare a casa d’uno forestiero. E imperciò a me sí è aviso ch’egli sí vi potrae guarire delle vostre fedite». Ma quando lo cavaliere intese queste [parole, fue] molto allegro, e disse: «Certo, cavaliere, io non so chi voi siete, che tanto vi dolete di mio male; e imperciò vi priego che voi mi diciate vostro nome, imperciò che voi potreste essere tale cavaliere ch’io sarei credente dele parole le quali voi dite, e tale cavaliere potreste essere ch’io non crederei che voi vi doleste di me, sí come voi dite». Ma quando lo re Arturi intese queste parole, disse: «Certo, cavaliere, io vi dirò mio nome molto tosto; e imperciò vi levate e montate a cavallo e partiremoci di quie, imperciò che troppo mi tarda ch’io sia nelo reame di Longres».


CCIII. — Ma se alcuno mi domanderae come avea nome lo cavaliere, lo quale monsignor T. avea abattutto, io diroe ch’egli avea nome messer Estore da Mare ed iera cuscino di monsignor Lansalotto ed iera molto pro e ardito cavaliere. Ma istando in cotale maniera, e messer Estor sí si levoe alo meglio ch’egli potte, e montoe a cavallo; e quand’egli fuerono a cavallo, ed eglino sí incominciarono a cavalcare molto tostamente per lo diserto. Ma cavalcando, e messer Estore incomincioe a riguardare alo re, ma egli no lo conoscea in neuna maniera. E istando per uno poco, disse: «Cavaliere, ora sappiate ch’io non verroe piú con voi, s’io non so vostro nome». Ma quando lo re vide che lo cavaliere volea sappere suo nome, ed egli si tolse l’elmo ched egli avea in testa, sí ch’egli lo vide per lo viso e conobbelo. E istando