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254 la leggenda di tristano


per la foresta. Ma cavalcando in cotale maniera, e lo re si disse: «Cavaliere, io vi priego per amore e per cortesia, che voi sí mi dobiate dire vostro nome, ché per mia fé io abo maggiore volontade di sapere vostro nome, che di neuna cosa che sia al mondo, perché voi m’avete fatto piú di bene e d’onore che neuno altro cavaliere, imperciò ch’io sono campato da morte per voi. E imperciò io vorrei sapere vostro convenentre, perch’io lo potesse ricordare ala mia corte, quand’io saroe con tutti li miei cavalieri». E quando T. intese queste parole, fue molto doloroso a dismisura, perché non vorrebe che le sue cavalerie si sapessero in nessuna maniera. E stando per uno poco, ed egli sí disse: «Monsignor, io vi priego per onore e per cortesia che voi non mi domandiate ora di mio nome, imperciò ch’io non ve lo potrei dire in nessuna maniera di mondo, imperciò ch’io l’abo in comandamento da mia dama». E quando lo re Arturi vedea ch’egli non potea sapere suo nome, fue molto dolente; ma tutta fiata sí voglio che sapiate che lo re no lo dimandoe piú di suo nome. Ma che vi dirò io? Eglino sí cavalcarono ambodue per lo diserto; e tanto stettero in cotale maniera che T. sí disse: «Monsignor lo ree, a me fa grande maraviglia, quando voi avete cosí morta quella damiscella, imperciò che a me è aviso che non si convenia a neuno cavaliere né a voi, che siete lo piú alto re che sia al mondo; e imperciò io vi priego che voi sí mi dobiate dire la cagione». E quando lo re Artú intese queste parole, disse: «Cavaliere, io sí vi diroe tutta l’aventura di questo convenentre, imperciò ch’io so bene che a me torna molto grande damaggio, quando li cavalieri udiranno dire come io abia morta una damiscella. E imperciò io sí vi diroe tutta questa aventura, sí come me è addivenuto. Ora sappiate ched io sí mi partio di Camellotto, giá è uno anno passato, e misimi in aventura in questo diserto; onde io sí andava tutto solo e non avea compagnia di neuno cavaliere. Onde tanto cavalcai per questo diserto, ch’io sí pervenni ala fontana Aventurosa, imperciò che a quella fontana si truovano piú aventure che in nulla parte che sia in questo diserto. E quando