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246 la leggenda di tristano



CXCII. — In questa parte dice lo conto, che dappoi che T. fue partito dala fontana dali due compagnoni, ed egli sí incominciò a cavalcare molto fortemente, sí ch’egli pervenne in una valle molto grande e perfonda, e la foresta iera molto ispessa. E T. cavalcava per uno istretto sentiero; e guardandosi innanzi ed egli ebe veduto venire una damigella, la quale cavalcava uno soro palafreno, ed ella andava tutta discapigliata, sí che li capegli l’andavano tutti per le spalle, e andava faccendo lo maggiore pianto che giamai fosse fatto per una damigella. E quando T. vide la damigella, incominciò a cavalcare molto tostamente; e quando fue a lei, salutolla cortesemente, ed ella li rendeo suo saluto. Ed appresso T. sí disse: «Damigella, io vi priego tanto quanto io so e posso, che voi sí mi dobiate dire lo vostro convenentre com’egli èe, tutto sicuramente, ché per mia fé io desidero di sapere perché voi fate tanto dolore». E quando la damigella intese queste parole, fue molto lieta, imperciò ch’ella vedea bene ch’egli era pro cavaliere. E disse: «Cavaliere, sed io piango e meno grande dolore, non è da maravigliare, che sappiate che com’io piango e foe dolore, cosí dovrebbero piangere tutti li baroni e li cavalieri, che sono al mondo e tutte le dame e le damiscelle; imperciò che oggi averanno lo maggiore damaggio e lo maggiore dolore, che avenisse nel mondo giamai. E imperciò io sí vo cercando monsignor Lancialotto, lo quale è lo migliore cavaliere che sia al mondo, il quale io vorrei che venisse co meco; imperciò che non è questa aventura per ogne cavaliere, imperciò che a questo fatto abisogna troppo pro cavaliere d’arme, imperciò che s’egli non fosse pro cavaliere, egli sarebbe morto e anche quegli ch’andasse per diliverallo. Onde io non vi voglio menare a questa aventura, imperciò ch’io non so vostro nome né vostro essere. Ma se voi foste monsignor Lansalotto o foste monsignor T. di Cornovaglia, io vi menerei in questa aventura. Ma se voi non siete neuno di questi due cavalieri e non mi dite vostro nome, io non vi menerei in questa a ventura in nessuna maniera; imperciò che questa è troppo grande aventura e porterebbe