Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/246

240 la leggenda di tristano



CLXXXVI. — A tanto dice lo conto, che dappoi che Garies ebe dette queste parole, incontanente imbraccioe lo scudo e andò inverso lo cavaliere. E quando T. vide che lo cavaliere volea combattere, incontanente sí dirizzarono le teste deli cavagli l’uno inverso l’altro e andaronsi a fedire cole lancie abassate. E Garies ferío a T. sopra lo scudo e diedegli sí grande lo colpo che tutta la lancia gli brigioe adosso, ned altro male no gli fece. E T. ferío a lui delo stocco dela lancia e lo ferro volse dirieto, e diedegli sí grande colpo che mise in terra lui e lo cavallo. E quando T. ebe fatti questi tre colpi, incontanente toccoe lo suo cavallo degli sproni e incominciò a cavalcare molto tostamente e andò a sua via.

Ma dappoi che T. andò a sua via, sí come detto è, e Garies sí si rilevoe alo piú tosto ch’egli unqua potte, e andò a Gariet e dissegli: «Cugino, certo molto n’è menosvenuto malvagiamente, quando noi siemo abattutti da uno solo cavaliere tutti e tre noi. Ma certo io non credo che sia di Cornovaglia; ma per lo certo io credo ched e’ sia alcuno buono cavaliere, lo qual è messo in aventura per questo diserto per diliverare lo re Arturi. E imperciò noi sí l’avemo assalito e non avavamo ragione di combattere colui; ond’egli hae mostrata la sua prodezza, sí come buono cavaliere e franco ch’egli è. E imperciò levatevi suso e andremo a cercare per gli nostri cavagli, e torneremo ala magione delo forestiero e potremo vedere le nostre ferite. Ed a tanto vi dico ch’io no fineroe giamai, infin a tanto ch’io non troveroe lo cavaliere; imperciò che a me sembra ched egli sia lo migliore cavaliere ched io unqua vedesse». E quando Gariet intese queste parole, fue molto allegro e disse: «Certo, cuscino, questo farò io volontieri». E a tanto si rilevoe suso e sí come cavaliere di gran forza, e andarono per lo diserto cercando de’ loro cavagli; e quando gli ebero trovati, ed eglino sí montarono a cavallo. E menarono lo suo cavallo alo re siniscalco, lo quale giacea al campo e non si potea levare; e quando fuorono a lui, e Garies disse: «Per mia fé, re siniscalco, noi potemo ora conoscere lo cavaliere che non è di Cornovaglia;