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238 la leggenda di tristano


pervennero alo prato, che noi detto avemo; e quando fuorono alo prato, lo re siniscalco disse: «Ora aspettiamo qui dinfino a tanto ch’egli verrae; e incontanente ch’egli sará venuto, e io sí l’apellerò ala battaglia». E quando li due cavalieri intesero queste parole, dissero: «Re siniscalco, ora fate quello che voi volete». E a tanto dimorarono tutti e tre li compagnoni alo prato ed aspettavano che lo cavaliere venisse; ma T. sí cavalcava alo picciolo passo delo distriere, e andava molto pensando dele parole, che lo re siniscalco avea dette, e dicea infra se istesso: «Certo ora posso io ben dire, che se lo re siniscalco mi verrae giamai in parte ch’io sia, io gli mostreroe ssíi com’io so fedire dela lancia e dela spada; e questo sí gli diverrae per le molte parole, le quali egli hae dette di mee». Molto parlava T. delo re siniscalco. Ma tanto cavalcoe ch’egli pervenne alo prato, lá dov’ierano li iij cavalieri, che l’aspettavano ala battaglia. Ma quando lo re siniscalco vide venire lo cavaliere, fue molto allegro, e incontanente disse ali due cavalieri: «Per mia fé, ecco lo cavaliere del quale noi avemo tanto parlato, e imperciò voi vedrete com’egli fuggirne dala bataglia». E incontanente imbracciò lo scudo e fece vista di volere combattere. E quando T. vide lo cavaliere che l’appellava ala battaglia, incontanente imbracciò Io scudo e prese la lancia e fece vista di volere combattere. Ma quando lo re siniscalco vide che lo cavaliere volea combattere, incominciossi molto a maravigliare, imperciò ch’egli non credea ch’egli l’aspettasse ala battaglia in nessuna maniera. Ma istando per uno poco, ed egli sí disse: «Per mia fé, Gariet, lo cavaliere lo quale noi dicevamo, egli vuole combattere, e imperciò se voi volete io sí combatteroe con lui, e se voi non volete io non combatterò in nessuna maniera». E quando Gariet intese queste parole, fue molto dolente e disse: «E com’è, re siniscalco, voi avete appellato lo cavaliere ala battaglia e ora non volete combattere? Per mia fé, questa non è cortesia. E imperciò andate ala battaglia col cavaliere, da poi che voi l’avete appellato».