Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/235


la leggenda di tristano 229


E imperciò voglio che voi si vegnate con meco, e io sí vi menerò a casa d’uno forestiero, lá dove voi sarete bene servito a tutta vostra volontade. E alo mattino sí vi consiglio che voi sí dobiate partire di questo diserto, imperciò ch’ora sí vi sono venuti tutti li buoni cavalieri delo reame di Longres; ché se voi verrete alla battaglia co loro, io so che voi sarete morto sanza neuno fallo». Ma quando T. intese queste parole, fue molto allegro, perch’egli vede e cognosce bene che questo cavaliere avea molte parole. E istando per uno poco, e T. disse: «Ditemi, se Dio vi salvi, e come avete voi nome? Che a me sembra ch’io v’ho giá udito ricordare per altre fiate». E quando lo cavaliere intese queste parole, disse: «Certo lo mio nome non celerò io giá, [e forse voi giá l’avete] udito ricordare per neuno cavaliere. E imperciò sappiate che uomo sí m’appella Chieri lo siniscalco, e voglio che sappiate ch’io sono deli cavalieri dela Tavola ritonda. Onde ora sí m’apella l’uomo lo re siniscalco, imperciò che lo re Arturi si è perduto in questo diserto, e voglio che voi sappiate che quando lo re Artú andò in una aventura in questo diserto, io sí rimasi a corte per suo comandamento, e imperciò son io appellato lo re siniscalco. Ma dappoi che lo re Arturi sarae ritrovato, ed io sarò appellato per lo mio nome. E ora sí v’ho detto tutto lo convenentre,sísi com’è istato, e imperciò vi piaccia di dicermi il vostro nome, dappoi che voi siete di Cornovaglia».


CLXXV. — A tanto dice lo conto, che quando T. intese che questi era lo re siniscalco, incominciò a fare molto grande sollazzo co lui. E istando per uno poco, ed egli sí disse: «Certo, cavaliere, lo mio nome non vi posso io dire in nessuna maniera, imperciò ch’io sí l’ho in comandamento. [Ma io sono molto allegro] che voi mi dichiate che in questo diserto siano ora tutti li buoni cavalieri, che sono in questo reame. Onde io voglio che voi sappiate che io sono molto allegro s’egli ci sono quie, imperciò voglio che voi sappiate ch’io non ci sono venuto per neun’altra cagione, se non