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228 la leggenda di tristano


questo diserto?». E quando T. intese queste parole, disse: «Per mia fé, cavaliere, io sono di Cornovaglia». E quando lo cavaliere intese queste parole, fue molto dolente e disse: «Cavaliere, ditemi, se Dio vi salvi, che andate voi cercando per questo diserto? Imperciò ch’io non vidi unqua neuno cavaliere di Cornovaglia andare per questo paese, sí come fate voi». E quando T. intese queste parole delo cavaliere, sí rispuose e disse: «Certo, cavaliere, io sono venuto in questo diserto per sapere sed io potesse avere alcuna aventura, laond’io potesse essere rinominato d’alcuna prodezza; imperciò ch’io sono molto giovane cavaliere, né unqua ala mia vita non fui rinominato di neuna prodezza. E imperciò sí mi sono inesso in aventura, per sapere sed io debo valere neuna cosa d’arme». E quando lo cavaliere intese queste parole, fue molto doloroso e disse: «Per mia fé, questo è bene da maravigliare, quando li cavalieri di Cornovaglia ora vanno e cercano aventure per lo diserto di Nerlantes. Ma io non voglio credere che voi siate di Cornovaglia in neuna maniera, imperciò che in tutta Cornovaglia non ha ora neuno cavaliere, lo quale avesse ardimento di venire in sin a quie, lá dove voi siete venuto. E imperciò vi priego che voi mi dobiate dire, laonde voi siete». Ma quando T. intese le parole delo cavaliere, fue molto allegro e disse: «Certo, cavaliere, io sono di Cornovaglia, percertamente lo sappiate». Ma quando lo cavaliere intese queste parole, fue molto dolente e disse: «E siete voi di Cornovaglia? Diabole, per mia fé voi siete li piggiori cavalieri che siano al mondo, né unqua io non udio parlare di cosí malvagi cavalieri, come sono quegli di Cornovaglia. Ma ora mi dite: in quale parte foste voi istanotte ad albergo? e foste voi in questa foresta?». E quando T. intese queste parole, disse: «Certo, cavaliere, io non fui per questa notte a neuno forestiere ad albergo ma io sí rimasi in uno grande monte nela foresta né non trovai neuna cosa da mangiare per questa notte». E quando lo cavaliere intese queste parole, fue molto allegro e disse: «Per mia fé, cavaliere, io credo che voi avete voglia di mangiare, imperciò che l’ora è venuta ogimai.