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la leggenda di tristano |
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questo diserto?». E quando T. intese queste parole, disse:
«Per mia fé, cavaliere, io sono di Cornovaglia». E quando
lo cavaliere intese queste parole, fue molto dolente e disse:
«Cavaliere, ditemi, se Dio vi salvi, che andate voi cercando
per questo diserto? Imperciò ch’io non vidi unqua neuno cavaliere di Cornovaglia andare per questo paese, sí come fate
voi». E quando T. intese queste parole delo cavaliere, sí
rispuose e disse: «Certo, cavaliere, io sono venuto in questo
diserto per sapere sed io potesse avere alcuna aventura, laond’io potesse essere rinominato d’alcuna prodezza; imperciò
ch’io sono molto giovane cavaliere, né unqua ala mia vita
non fui rinominato di neuna prodezza. E imperciò sí mi sono
inesso in aventura, per sapere sed io debo valere neuna cosa
d’arme». E quando lo cavaliere intese queste parole, fue molto
doloroso e disse: «Per mia fé, questo è bene da maravigliare,
quando li cavalieri di Cornovaglia ora vanno e cercano aventure per lo diserto di Nerlantes. Ma io non voglio credere
che voi siate di Cornovaglia in neuna maniera, imperciò che
in tutta Cornovaglia non ha ora neuno cavaliere, lo quale
avesse ardimento di venire in sin a quie, lá dove voi siete
venuto. E imperciò vi priego che voi mi dobiate dire, laonde
voi siete». Ma quando T. intese le parole delo cavaliere, fue
molto allegro e disse: «Certo, cavaliere, io sono di Cornovaglia, percertamente lo sappiate». Ma quando lo cavaliere
intese queste parole, fue molto dolente e disse: «E siete voi
di Cornovaglia? Diabole, per mia fé voi siete li piggiori cavalieri che siano al mondo, né unqua io non udio parlare di
cosí malvagi cavalieri, come sono quegli di Cornovaglia. Ma ora
mi dite: in quale parte foste voi istanotte ad albergo? e foste
voi in questa foresta?». E quando T. intese queste parole,
disse: «Certo, cavaliere, io non fui per questa notte a neuno
forestiere ad albergo ma io sí rimasi in uno grande monte
nela foresta né non trovai neuna cosa da mangiare per questa
notte». E quando lo cavaliere intese queste parole, fue molto
allegro e disse: «Per mia fé, cavaliere, io credo che voi
avete voglia di mangiare, imperciò che l’ora è venuta ogimai.