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220 | la leggenda di tristano |
in cosí alta dama, sí com’egli dicea, la quale iera dama dell’altre dame e iera reina dell’altre reine e passava di bellezze
tutte l’altre dame. Molto si maravigliava l’Amorat delo cavaliere, che sí altamente iera innamorato. E istando per uno
poco, e lo cavaliere sí incomincioe molto ad allegrare ed a
fare molto grande allegrezza, e dicea: «Certo io debo essere
biasimato di tutto quello ch’io abo detto, quando io mi sono
lamentato delo piú dolce amore, che unqua mai fosse al mondo;
ch’io dovrei essere allegro piú che neuno cavaliere che sia.
quand’io in cosí alta dama abo posto lo mio amore. Onde
sed io non dovesse avere da lei giamai neuno altro dono che
ella fatto m’abia, io dovrei essere allegro sopra tutti gli altri
amanti. Ned io non credo che neuno cavaliere a me si possa
appareggiare, d’avere cosí bella dama com’è la mia dama».
Molto menava grande allegrezza lo cavaliere di questa aventura. Ma istando per uno poco, ed egli sí gittò uno profondo
sospiro di core profondo, e disse: «Ai bella reina Ginevra,
come io moro per lo vostro amore!». E quando l’Amorat intese queste parole, incominciossi molto a maravigliare, chi
fosse lo cavaliere lo quale avesse posto suo amore in cosí
alta dama, sí com’iera la reina Ginevra, la quale Lancialotto
amava di tutto suo cuore; imperciò ched egli non credea che
neuno altro cavaliere l’amasse, con sappiendo sí come Lansalotto l’amava egli di tutto buono amore. Ma istando per
uno poco, e l’Amoratto disse: «Per mia fé, io saproe chi è
questo cavaliere, che ama madonna la reina Ginevra, sí com’egli dice». Molto parlava l’Amoratto delo cavaliere.
CLXIX. — Ma se alcuno mi domanderae come avea nome questo cavaliere e di quale dama parlava egli, io diroe ch’egli si avea nome Meliagus e iera figliuolo delo re Bando di Machin, e amava madonna la reina Ginevra di molto grande amore. Ma dappoi che l’Amoratto ebe assai udito lo lamento suo, ed egli incominciò a dormire; e quando fue adormentato, ed egli sí dormio infíno alo mattino. E quando lo giorno fue venuto, e l’Amorat si levò e prese sua arme e montò a cavallo;