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216 la leggenda di tristano


incominciò a fare molto grande lamento, e dicea: «Ai doloroso io, quanta disaventura m’è ora addivenuta, quando io trovai imprimieramente T.! Imperciò ch’io veggio che tutti li cavalieri ch’io abo trovati, tutti m’abatterono. E certo questo non è da maravigliare, quando io incominciai mia battaglia con lo migliore cavaliere che sia al mondo». Molto menava grande dolore l’Amorat di questa aventura.


CLXV. — Ma se alcuno mi domanderae come avea nome lo cavaliere con cui l’Amoratto coinbatteo, io diroe ch’egli sí fue lo re Arturi, lo quale iera perduto e andava tutto giorno per lo diserto, faccendo sue cavallerie e abattendo tutti li suoi cavalieri; ned egli non potea parlare a neuno cavaliere, sí fortemente iera incantato, sí come questo libro diviserae apertamente. Ma dappoi che l’Amorat fue abattutto, sí come detto èe, ed egli sí andò appresso alo suo cavallo, e istando per uno poco, ed egli sí montò a cavallo e incominciò a cavalcare alo picciolo passo delo distriere. Ma tanto cavalcò in cotale maniera, ched egli sí vide venire uno cavaliere, il quale sí era armato di tutte arme, lo quale cavaliere cavalcava molto pianamente. Ma tanto cavalcarono in cotale maniera, che ambodue sí fuorono giunti insieme. E quando l’Amoratto vide lo cavaliere, fue molto allegro, imperciò ch’egli sí lo conoscea. Ma istando per uno poco, l’Amorat sí salutoe lo cavaliere molto cortesemente, e lo cavaliere sí gli rendeo suo saluto. Ond’io voglio che voi sappiate, che questo cavaliere si era monsegnor Lancialotto di Lacca. Li quali sí fecero molto grande sollazzo e grande festa insieme, quando eglino si ritrovarono insieme. E istando per uno poco, e Lancialotto disse a l’Amoratto: «Amorat, io vi so dire novelle, che lo re Arturi è perduto nel diserto». E l’Amorat disse: «Per mia fé, Lancialotto, io trovai questo maitino monsignor lo re Arturi e combattei co lui, lo quale mi donò uno sí grande colpo ched egli sí m’abatteo a terra del cavallo; e quando egli m’ebe abattuto, ed egli sí incominciò a cavalcare molto fortemente, sí che io no gli potti parlare in nessuna maniera. E sappiate