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206 | la leggenda di tristano |
quando T. intese queste parole, disse: «Per mia fé, Amoratto,
a voi non vale neente vostro disdire, che noi compiamo nostra battaglia; e imperciò vi dico che voi si vi guardate da
me, imperciò ch’io vi disfido. Im[per]ciò il ti dico perch’io
non voglio che tu possi dire ch’io ti feggia a tradimento».
Ed allora incontanente T. sí fedio l’Amoratto sopra l’elmo,
e diedegli sí grande colpo che l’Amoratto perdeo lo vedere
e non sapea se fosse campato o no. E quando l’Amoratto
sentío lo grande colpo, lo quale T. gli avía dato, fue molto
dolente e dicea infra se istesso: «Certo io veggio e sento bene
che se T. mi dona piú di questi colpi, io sono sicuro di morire». E istando per uno poco, e l’Amoratto disse a T.: «Per
mia fé, T., voi avete troppo fallito quando voi mi ferite, dappoi ched io non voglio piú combattere. E imperciò vo’ priego,
che voi non mi dobiate piú fedire, imperciò ched io sí vi lascio
questa battaglia». E quando T. intese queste parole, disse
al’Amoratto: «E com’è ciò che voi dite? E credete voi ch’io
non mi ricordi di quello che voi mi faceste, quando voi mandaste lo corno aventuroso a corte, per mio dispetto, onde
madonna Isotta e molte altre dame sostennero molto dolore?
Laond’io vi dico per lo certo che voi saprete s’io potroe
combattere con voi». Ed allora incontanente T. sí ’l ferio un
altro colpo dela spada sopra la spalla sinestra, e diedegli sí
grande colpo ch’egli gli taglioe lo scudo e l’asbergo e fecegli
molto grande piaga e profonda, sí che l’Amorat si perdeo
molto sangue a dismisura.
CLVIII. — A tanto dice lo conto, che quando l’Amoratto sentío lo grande colpo, lo quale T. gli avea dato, fue molto doloroso. E vedendos’egli sí com’egli perdea tutto il sangue, sí disse: «Per mia fé, T., ora conosco io bene che voi sí m’avete ferito due fiate e sí come voi non dovete; imperciò ch’io non vidi unqua neuno cavaliere, il quale volesse menare a morte tutti li cavalieri, sí come fate voi. Ma io voglio che voi sappiate e fovi assapere, ched io sí mi richiameroe di voi alo re Arturi ed a tutti li buoni cavalieri, sí come voi mi