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la leggenda di tristano |
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fedire e incominciarono lo primo assalto; e davansi sí grandi
colpi l’uno all’altro, sí che tutte l’arme si falsavano e molto
malvagiamente, sí che ciascheduno avea assai a fare di suo
compagnone. Ma tanto menarono lo primo assalto, che ambodue si incominciarono a riposare per cogliere forza e lena.
Ma tanto dimorarono in cotale maniera, che eglino sí ricominciarono lo secondo assalto, ed incominciaronsi a dare di
molto grandi colpi. Ma l’Amoratto sí feria a T. di molto
grandi colpi, sí che T. si maravigliava molto dela prodezza
delo cavaliere e com’egli potea fare tanto d’arme. Ma quando
T. ebe veduto tutto lo schermire che lo cavaliere sapea fare,
ed egli sí incominciò astare a lui, e davagli sí grandi colpi
che tutte l’arme gli togliea da dosso cola spada, e incominciollo a fedire molto malamente, sí che l’Amoratto perdea
molto sangue. E quando l’Amoratto sentio li grandi colpi che
lo cavaliere gli dava ispesse fiate, fue molto dolente e dicea
infra se istesso: «Per mia fé, io abo a combattere colo piú
grorioso cavaliere che sia al mondo, quando io credea avere
vinta la battaglia e non credea che lo cavaliere potesse piú
combattere. E io veggio fermamente ched egli è lo piú forte cavaliere e lo piú pro che sia al mondo, e veggio bene che alo
diretano dela battaglia io non poroe sofferire co lui in nessuna
maniera, imperciò ch’egli è bene piú pro cavaliere che non
son io». Molto si dolea l’Amoratto di questa aventura. Ma
tanto dimoroe la battaglia in cotale maniera, che l’Amoratto
vide bene sí com’egli perdea tutto il sangue ed iera giá quasi
tutto disarmato del’asbergo. E quand’egli vide queste cose,
fu tanto doloroso che volea morire; e incominciò a pensare
in fra se istesso e dicea: «Certo io voglio domandare questo
cavaliere com’è suo nome, imperciò ch’egli mi pare lo migliore cavaliere con cu’ io unqua mi combattesse. Ma per mia
fé, io credo ched egli sia monsegnor Lancialotto di Laca,
imperciò che non porea tanto d’arme neuno cavaliere quanto
igli». E istando per uno poco, ed ambodue si trassero indietro
e ’ncominciaronsi a riposare. E l’Amoratto disse: «Cavaliere,
io mi sono tanto combattuto con voi, che io veggio bene che