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la leggenda di tristano | 203 |
quando T. vide Ghedin a terra del cavallo, fue molto doloroso oltra misura e disse: «Per mia fé, Ghedin, io vi vengeroe a mio podere dalo cavaliere». Ed allora T. sí si mosse
incontanente e sí imbraccioe lo scudo e prese la lancia, e fece
vista di volere combattere. Ma quando l’Amorato vide che lo
cavaliere l’appellava ala battaglia, incontanente sí montò a
cavallo e sí prese lo scudo e la lancia e andò alo campo.
Ma quando fue al campo l’uno e l’altro cavaliere, ed eglino
sí si dilungarono tanto quanto a loro abisognava, e quand’eglino ebero preso assai del campo, ed ellino sí vennero a
fedire cole lancie abassate e alo fedire degli sproni, ed e’ s’andarono a fedire per sí grande [forza], quanto li cavagli potiano
correre. Ed allora T. sí fedio al’Amorat sopra lo scudo, e
diedegli sí grande colpo che gli passoe lo scudo, e l’asbergo
e misegli lo ferro dela lancia nela spalla sinestra; e se la lancia
non fosse rotta, abattutto l’avrebe a terra del cavallo. Ma quando
l’Amorat sentío lo grande colpo delo cavaliere, ed egli sí ferio
a lui e diedegli sí grande colpo ched egli sí gli fece inginochiare lo cavallo sotto, e tutta la lancia gli ruppe adosso. E
quando l’Amorat ebe fatto questo colpo, ed egli sí tornoe ala
fontana ed ismontoe da cavallo e incominciossi a riposare.
CLVI. — A tanto dice lo conto, che quando T. sentio lo grande colpo dalo cavaliere e sentio sí come lo cavallo gli era inginocchiato sotto, incominciossi molto a maravigliare dela grande forza delo cavaliere. Ed incontanente ismontoe da cavallo e imbraccioe lo scudo e andò inverso la fontana, e quando fue ala fontana, ed egli sí disse alo cavaliere: «Cavaliere, io v’appello ala battaglia dele spade, ed imperciò che se a me è fallito lo cavallo d’inginocchiarsi, egli non è mia colpa. E imperciò sí faremo uno assalto o due ale spade e quivi si parrá quale tra noi due sarae buono cavaliere». Ma quando l’Amorat intese le parole delo cavaliere, lo quale volea combattere co lui, allora incontanente sí prese lo scudo e andò inverso lo cavaliere. E quando fue a lui, ed ambodue sí misero mano ale spade e imbracciarono li scudi e andaronsi a