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202 | la leggenda di tristano |
poco, ed eglino si guardarono e videro uno cavaliere, lo quale
istava ala fontana a piede, ed avea l’arme sue tutte nere. E
quando T. lo vide, sí disse a Ghedin: «Per mia fé, Ghedin,
io sí veggio uno cavaliere ala fontana; e ora puoi tu vedere
li cavalieri erranti, sí come vanno cercando l’aventure». E
quando Ghedin lo vide, [fue] molto allegro a dismisura e
disse: «T., io vi priego che per onore di voi, voi sí mi dobiate donare la battaglia di quello cavaliere; imperciò ch’io
sí vorrei sapere sed io debo valere neuna cosa d’arme». E
quando T. intese queste parole, fue molto allegro e disse:
«Ghedin, io voglio che voi sí debiate avere la battaglia, dappoi che voi la volete. Ma tutta fiata io l’averei voluta anzi
io imprima per mee». E quando Ghedin intese queste parole,
fue molto allegro, e incontanente sí imbraccioe lo scudo e
prese la lancia e fece vista di volere combattere. Ma quando
lo cavaliere che stava ala fontana vide ch’egli iera appellato ala
battaglia, fue molto allegro. Ed egli incontanente sí si levoe
e sí aconcioe lo suo cavallo sí come si convenia, e quando
l’ebe acconcio, ed egli sí montoe a cavallo e sí prese lo
scudo e la lancia e sí andoe inverso Ghedin. E quando fuorono al campo intrambodue li cavalieri, ed eglino sí si dilungarono insieme, tanto quanto a loro abisognava, e andaronsi a
fedire cole lancie abassate e alo fedire degli isproni, e Ghedin
sí fedio alo cavaliere sopra lo scudo, e diegli sí grande colpo
che tutta la lancia si ruppe in pezzi, ned altro male no gli
fece. E lo cavaliere sí ferio a Ghedin sopra lo scudo, e diedegli sí grande colpo che gli passoe lo scudo e l’asbergo, e
misegli lo ferro dela lancia nele coste sinestre e miselo in
terra del cavallo; e alo cadere che Ghedin fece ed egli si tramortio. E quando lo cavaliere ebe questo colpo fatto, ed egli
sí si ritornò ala fontana e smontoe da cavallo e puose giuso
l’elmo e lo scudo e riposossi.
CLV. — Ma se alcuno mi domanderae come ave’ nome quello cavaliere, io diroe ch’egli avea nome l’Amorat di Gales, il quale iera molto pro cavaliere e di grande forza. Ma