Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
la leggenda di tristano | 181 |
Molto parlava Isotta di T. Ma ora lasciamo lo conto di parlare di T. e d’Isotta dele bianci mani e di tutta sua compagnia e tornomi ad un’altra aventura, perché bene lo saperemo
trovare, quando luogo e tempo sarae.
CXXXVIII. — In questa parte dice lo conto, che istando uno giorno lo re Marco nela sala del suo palagio con molti baroni e cavalieri di Cornovaglia, e faciano molto grande allegrezza insieme e parlavano di molte aventure. Ma istando in cotale maniera, e uno cavaliere sí venne a corte, armato di tutte arme, e quand’egli fue alo palagio delo re Marco, ed egli sí ismontoe da cavallo e andoe suso nela sala deio palagio, tutto armato sí com’egli era, e quando fue nela sala deio palagio, e lo cavaliere sí salutoe lo re e tutta sua compagna. E lo re sí gli rendeo suo saluto molto cortesemente. E istando per uno poco, e lo cavaliere si disse: «Re Marco, ora sappiate che se voi mi volete dare parola di dire tutte l’aventure, le quali uno cavaliere ha fatte da uno tempo in quae, e di contarvi sicuramente tutto quello che a me piacerae, io sí vi diroe di molto belle aventure e di molto grande, lá onde voi ne sarete molto allegro». Ma quando lo re Marco intese queste parole che lo cavaliere avea dette, incominciossi molto a maravigliare di queste parole, e non sapea in che maniera né di che cundizione lo cavaliere sí volesse dire né di che aventure. Ma istando in cotale maniera, e lo re sí disse: «Cavaliere, io sí vi dono parola, che voi sí dobiate dire tutta vostra volontade e ricontare tutto e ciò che a voi piace». E quando lo cavaliere intese queste parole, fue molto allegro e disse: «Re Marco, or sappiate che T. vostro nepote sí èe nela Pititta Brettagna. E sí vi so dire per veritade ched egli sí hae presa per sua moglie Isotta dele bianci mani, ed è la piú bella damigella che sia al mondo. Ed egli sí combatteo colo conte d’Agippi, lo quale avea tolta tutta la terra alo re dela Pititta Brettagna e puose l’assedio d’intorno [ala cittade]; e T. sí uscío fuori dela cittade tutto solo e combatteo incontra lo conte d’Agippi molto fortemente, e fece tanto per sua