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174 | la leggenda di tristano |
montarono a cavallo ambodue e incominciarono a cavalcare
inverso la cittade. E a tanto cavalcarono in cotale maniera
che pervennero alo palagio delo re, e quando fuorono alo
palagio ed eglino sí ismontarono da cavallo e andarono suso
nela sala delo palagio. E quando fuorono nela sala, ed eglino
sí trovarono le tavole apparecchiate per mangiare. E quando
le tavole fuorono messe, e lo re vedendo Ghedin e T. fune
molto allegro, imperciò ch’egli non volea mangiare sanza loro.
E incontanente sí comandoe che l’aqua fosse data; ed allora
i damigelli sí presero l’aqua e diederne. E quando fuorono
tutti lavati, ed eglino sí intrarono a tavola; e tutte le dame
e le damigelle sí erano a corte con Isotta, e tutte quante andarono a tavola altresie. E quando Io re fue a tavola con tutti
li suoi baroni e cavalieri e con tutte le dame e le damigelle,
e le vivande sí vennero a molto grande dovizia; e dappoi che
le vivande fuorono venute, e tutta gente sí incominciarono a
mangiare.
E istando in cotale maniera, e le dame sí incominciarono molto a risguardare a T. ed a Isotta e vedeanogli ambodue cotanto begli: tutte incominciarono a dire comunalemente: «Certo questi sono due i quali istarebero troppo bene ambodue insieme. Imperciò che se Isotta è bella e T. è bello altrettanto o piú di lei, e se Isotta è figliuola di re e T. è figliuolo di re altressie simigliantemente. E imperciò istarebono ambodue insieme troppo convenevolemente». E in cotale maniera sí parlavano tutte le dame di questa aventura. Ma tanto dimorarono in cotale maniera ch’eglino sí ebero mangiato, e lo re sí si levoe da tavola con tutta l’altra gente. E quando fuorono tutti levati da tavola, e T. andò in camera tutto solo e incomincioe forte a pensare e dicea in fra se istesso: «Per mia fé, io voglio prendere Isotta per mia moglie, dappoi che Ghedin lo m’ha promesso di donarmi sua suora per mia moglie. Ed acciò io conosco bene ch’io foe troppo grande fallimento, quand’io amo Isotta la bionda di folle amore; e tutta gente so che m’hae per folle cavaliere di questa aventura. Ond’io credo che per l’una Isotta io metterò in ubrianza l’altra