Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/175


la leggenda di tristano 169


palagio pieno di baroni e di cavalieri e di dame e di damigelle, le quali faciano molto grande allegrezza. Ma quando Ghedin vide T., incontanente andò a lui e incominciogli a fare molto grande allegrezza.

Ma quando Isotta dele bianci mani vide Gheddin istare con T., ella non risguardava mai in altra parte, se non a loro due. Ond’io voglio che voi sí sappiate che Isotta sí amava T. di molto buono amore e no l’amava per neuna malvagia, imperciò ch’ella non sapea che fosse quello amore. Ma tanto dimorarono in cotale maniera che l’ora del mangiare sí fue venuta, e lo re sí comandoe che le tavole fossero messe ed aconcie. E quando li damigelli intesero lo comandamento del re, incontanente cominciarono a mettere le tavole, sí come lo re avea comandato. E quando le tavole fuorono messe, e lo re sí prese l’aqua per lavarsi le mani e T. altressie, e poi tutte le dame e le damigelle e tutti li baroni e li cavalieri. E quando l’aqua fue data, e lo re e T. si andarono a tavola ed appresso di loro tutti gli altri baroni e cavalieri ed appresso tutte le dame e le damigelle. E quando fuorono tutti a tavola, e le vivande sí vennero a molto grande dovizia; e quando le vivande fuerono venute, e tutta gente sí incominciarono a mangiare co molta grande allegrezza.

Ma istando in cotale maniera, T. sí incominciò a riguardare ad Isotta molto fortemente e dicea infra se istesso: «Certo questa è una dele piú belle damigelle che sia al mondo, salvo madonna Isotta la blonda, quella ch’è piú bella che neun’altra dama». Ma tanto risguardoe T. ad Isotta dele bianci mani, che ella si vide sí come T. la risguardava. E quando la damigella vide queste cose, fune molto allegra a dismisura e dicea infra se istessa: «Certo ora ben son io la piú aventurosa damigella che sia al mondo, quando sono amata da uno cosí bello cavaliere, com’èe lo nostro cavaliere, lo qual è lo piú pro cavaliere che unquamai fosse nela Pititta Brettagna». Molto s’allegra la damigella di questa aventura.

Ma tanto dimorarono in cotale maniera ch’egli ebero mangiato, e lo re sí si levoe da tavola e T. altresie con tutti gli