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la leggenda di tristano 165



CXXVII.— A tanto dice lo conto, che quando lo re ebe perdonato a tutti li cavalieri, sí come detto èe, tutta gente incominciò a fare la maggiore allegrezza che giamai fosse fatta per cotanta gente. E istando in cotale maniera, e lo re andò alo palascio dela cittade, lá dov’iera usato di stare per altre fiate. E quando fuorono alo palagio, e tutti sí incominciarono a fare molto grande allegrezza di questa aventura. Ma tutta fiata T. sí era servito di tutto ciò che a lui abisognava. Ma tanto dimorarono in cotale maniera che lo giorno sí trapassoe e la notte s’appressimava. E quando la notte fue venuta, e lo re e T. con tutti gli altri baroni e cavalieri sí s’andarono a posare, imperciò ch’a loro si abisognava assai. E quando fuorono tutti a posare e egli sí dimorarono infino alo giorno. E quando lo giorno fue venuto, e lo re sí si levoe e andoe nela sala delo palagio e trovoe T. con tutti gli altri baroni e cavalieri, li quali sí faciano molto grande allegrezza. Ma tanto dimorarono in cotale maniera che l’ora del mangiare sí fue venuta, e lo re sí comandoe che le tavole sí fossero messe. E quando li damigelli intesero queste parole, incontanente sí andarono a mettere le tavole. E istando per uno poco, e lo re e T. si andarono a tavola con tutti gli altri baroni e cavalieri; e quando fuerono a tavola e le vivande fuorono venute, tutti sí incominciarono a mangiare co molta grande allegrezza. E tanto dimorarono in cotale maniera ch’elli ebero mangiato; e lo re sí si levò da tavola e T. altresie e tutti gli altri baroni e cavalieri. E quando fuorono levati i cavalieri da tavola, sí come detto è, e T. si menoe lo re in camera e si gli disse: «Messer lo re, ora prendete deli vostri cavalieri tanti quanti a voi piace e sí gli mandate per ambasciadori per tutte le vostre ville e castella, le quali fuorono delo conte d’Agippi, che tutti sí debiano fare li vostri comandamenti, sí come vostre terre. E sed eglino non vogliono fare le vostre comandamenta, fategli disfidare dala vostra parte». E quando lo re intese queste parole, fue molto allegro e sí gli rispuose e disse: «Cavaliere, questo farò io volontieri». E a tanto sí finarono loro parlamento e lo re si tornoe nela sala delo palagio. E istando