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la leggenda di tristano | 163 |
dendo egli la battaglia d’intorno ala terra da tutte parti, incominciossi molto a dolere di questa aventura. E incontanente
sí prese l’arme e montò a cavallo e comandò che la porta
fosse aperta, imperciò ch’egli sí volea andare a combattere al
campo. E quando gli altri cavalieri intesero queste parole,
fuorono molto allegri, imperciò ch’egli sapiano ch’egli era pro
cavaliere a dismisura. E quando la porta fue aperta, e lo cavaliere uscío fuori e fece vista di volere combattere. E quando
T. vide lo cavaliere lo quale volea combattere, fue molto allegro e disse in fra se istesso: «Per mia fé, questa ben è ora
grande aventura, quando la porta dela cittade è aperta in cotale maniera. Ond’io credo che per questo cavaliere noi vinceremo la cittade, se disaventura non ne disturba». Ma istando
in cotale maniera, e T. sí imbraccioe lo scudo e prese la lancia
e andò inverso lo cavaliere, e lo cavaliere venne inverso T.
Ed allora si vegnono a fedire cole lancie abbassate e si f[i]edono degli sproni; e lo cavaliere fedio a T. sopra lo scudo
e diedegli sí grande colpo che tutta la lancia si ruppe in pezzi,
ned altro male no gli fece. E quando T. ebe ricevuto lo colpo
dalo cavaliere, ed egli sí fedío a lui, e diedegli sopra lo scudo
sí grande colpo che gli passò Io scudo e l’asbergo e misegli
lo ferro dela lancia nele coste del lato sinestro e miselo in
terra del cavallo. E appresso sí andoe cola lancia dilungata
e intrò dentro dala cittade, e incominciò a combattere molto
fortemente incontra li cavalieri dela cittade. Ma tutta fiata non
si dilungava da la porta, perché la porta no gli fosse serrata
dietro. E tanto combatteo in cotale maniera che mise in sconfitta tutti li cavalieri dela cittade, e tutti incominciarono a
fuggire per paura di morire. Sí che T. avea quasi messa in
isconfittura tutta la gente dela cittade.
CXXVI. — Ora dice lo conto, che quando lo re dela Pititta Brettagna vide che T. iera intrato dentro ala cittade e combattea incontra li cavalieri, incontanente sí comandò a tutti li suoi baroni e cavalieri che tutti sí dovessero soccorrere lo cavaliere, lo quale iera intrato nela cittade. E quando la sua