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10 | la leggenda di tristano |
T. gli dice, e allora disse: «Domanda ciò che tu vogli, dolce mio figliuolo». E allora disse T.: «Impromettetelmi voi, sicome re?». E ’l padre dice che si. Allora disse T.: «Io vi domando che la reina si sia diliberata per mio amore». E allora disse lo re: «Chi te lo insegnò dire queste parole? ch’io so bene che tue per te nol’avresti dette». E T. disse che se Dio l’aiuti e li santi, che neuna persona no glile insengnoe dire queste parole: «ma io il vi dico, perché neuna persona non ha in tutto il mondo né in tutto il vostro reame che tanto [si debbia] addolere deio male dela reina quanto io; ché s’ella avesse disinore, io lo riputerei a mee». E allora lo re e tutti li suoi baroni si si maravigliarono molto del senno di T., pensando ch’egli avea dette e rendute cotale ragione di ciò ch’egli avea detto. E allora disse lo re: «Io voglio che la reina sia diliberata per tuo amore, ma tu hai renduto a lei buono guiderdone di mal servigio che ella ti volle fare». E molto si parla allora per lo reame de Longres dela grande cortesia di T., dicendo tutti li baroni: «Se questi viverá per lungo tempo, non puote fallire che non sia prò cavaliere».
Ma la reina la quale è diliverata per amore di T., non pensa se non com’ella possa dare morte a T. Ma Governale, che bene conosce la volontade dela reina, si comanda a T. ch’elli non debbia andare nelo palagio sanza lui né non debia mangiare né bere «se non quello ch’io diroe». E T. rispuose: «Questo farò io volentieri». E allora si parte Governale e T. dela camera. Ma la reina che di mal pensare non cessa, raconcia lo beraggio da attosicare T. Ma un giorno lo re Meliadus si era coricato nel letto per dormire e faciagli grande caldo, e la reina andava alo letto per dormire co lui. E lo re disse: «Andate a dormire ala vostra camera, imperciò che in tutto tempo di vostra vita io non dormiroe con voi né voi con meco, per quello che voi fatto avete». Ed allora si parte la reina e si si torna a una sua camera; e lo re uscio nela sala ali suoi cavalieri. Ma la reina non pensa se non com’ella possa uccidere T., e anche ebe aconcio lo beveraggio nela camera e non pare che sia se non buono vino. E venendo un giorno