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144 | la leggenda di tristano |
maladetto possi tu essere, quando tu hai atteso ali traditori, li
quali t’hanno aunito per tutto tempo della tua vita e hanno
fatto discacciare di tutta Cornovaglia lo piú prode cavaliere
e lo migliore di tutto il mondo, e messa in vergogna la piú
bella dama che sia al mondo! Oi lassa madonna Isotta, come
voi avrete grande dolore, quando voi saprete che T. sia andato in altro paese e no lo vedrete cosí sovente fiate, sí come
voi eravate usata! E egli sofferrá dolore e pene e vergogna
oltra misura per tutto tempo». Mai molto si dolea Braguina
di questa aventura.
CIII. — Ma ora lascio lo conto di parlare di Braguina e torno a T., perché bene lo sapremo trovare, quando luogo e tempo sarae. Ma dappoi che T. si fue partito da Braguina, sí come detto è, incominciò a cavalcare inverso lo porto di Tintoil. E quando fue al porto ed egli sí trovoe una nave, la quale sí era apparecchiata per andare a sua via. E T. quando vide la nave fue molto allegro, e andò alo mastro dela nave e dissegli: «Mastro, io sono uno cavaliere errante, lo quale io vorrei passare con voi in questa nave, quando a voi piacesse. E io sí vi donerò tanto argento quanto voi vorrete». E lo mastro dela nave incominciò a riguardare a T. e parvegli uno molto bello cavaliere. Ed or lo prende a dimandare e dissegli: «Messer, in quale parte volete voi andare? imperciò che se voi volete andare in nostro viaggio, io sí vi porterò volontieri. Ma se voi non voleste venire in nostro viaggio, io non vi porterei in altra parte in nessuna maniera di mondo». E T. sí rispuose e disse: «Mastro, io sí vorrei andare indela Pitetta Brettagna, o volete voi in un altro reame, quale voi piace». E lo mastro marenaio dela nave sí rispuose e disse: «Certo, cavaliere, e noi indela Pitetta Brettagna volemo andare. E se voi volete venire, e a noi piace assai». E T. quando intese le parole del prodduomo dela nave, fue molto allegro e disse: «Io voglio andare in quello medesimo luogo, lá ove a voi piaccia». E a tanto sí fece mettere T. li suoi cavagli in su la nave, e appresso sí si ricolse egli in