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la leggenda di tristano |
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beveraggio, incomincioe forte a gridare e a dire: «Non bere,
re, non bere, re Meliadus». E lo re, dubitando di queste parole,
cessoe la coppa da sé e disse: «Perché non beroe io?».
E la reina si gli disse: «Perché lo beveraggio non è buono
per voi». E lo re disse: «E dunque perché istava quello
beveraggio quivi?». E la reina allora non seppe che si dire,
ma incomincioe tutta a tremare. E lo re disse: «Perché iera
messo quello beveraggio quivi?». E anche la reina non seppe
che si rispondere. E allora si chiamoe lo re tutti li suoi baroni
e disse, presente loro, ala reina: «Dimi perché iera fatto
e per cui questo beveraggio, ch’io sappo che questo beveraggio
iera fatto per me e per T.». E allora comandoe lo
re che sia dato ala reina lo beveraggio; ed ella disse che ella
non ne berebe. E allora disse lo re: «E dunque volevi tu
uccider me overo T.?». Ed ella disse che non lo volea fare,
né mica uccidere lui. «E dunque volei tu uccidere pur T.?».
Ed ella disse allora che pur per lui l’avea fatto. Ed allora
comandoe lo re ali baroni suoi che debbiano giudicare quello
che sia ragione da fare di lei, sicome di femina c’hae commesso
grandissimo accesso. «E se voi non giudicherete la
veritade, io vi faroe voi distruggere tutti.» Ed allora andarno
li baroni tutti, perch’ebero dubitanza deio re, e dissero che
la reina avea fatto accesso che dovea esser distrutta. Ed allora
incontanente comandoe lo re che fosse acceso uno grande
fuoco. Veggendo la reina ciò fare, incomincioe fortemente a
piangere e le dame e le damigelle co le’. Ma T. vedendo
piangere le dame e le damigelle co le’, domandoe uno de’
baroni, e dissegli: «Ond’è venuto questo dolore cosí novellamente,
ch’io vi veggio tutti quanti piangere?». E uno de’
baroni si gli disse: «Noi si piangiamo perché la reina dee
essere arsa». E T. disse: «Che ha ella fatto, perch’ella dee
essere arsa?». E lo barone gli disse: «Perché la reina ti volle
attossicare». Ed allora si parte T. dato barone e venne ala
sala deio palagio, lá dov’iera lo re con altri assai baroni. E
T. si si inginochioe dinanzi dal padre e dissegli: «Messer,
io v’adomando uno dono». E lo re si maraviglioe di ciò che