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la leggenda di tristano 9

beveraggio, incomincioe forte a gridare e a dire: «Non bere, re, non bere, re Meliadus». E lo re, dubitando di queste parole, cessoe la coppa da sé e disse: «Perché non beroe io?». E la reina si gli disse: «Perché lo beveraggio non è buono per voi». E lo re disse: «E dunque perché istava quello beveraggio quivi?». E la reina allora non seppe che si dire, ma incomincioe tutta a tremare. E lo re disse: «Perché iera messo quello beveraggio quivi?». E anche la reina non seppe che si rispondere. E allora si chiamoe lo re tutti li suoi baroni e disse, presente loro, ala reina: «Dimi perché iera fatto e per cui questo beveraggio, ch’io sappo che questo beveraggio iera fatto per me e per T.». E allora comandoe lo re che sia dato ala reina lo beveraggio; ed ella disse che ella non ne berebe. E allora disse lo re: «E dunque volevi tu uccider me overo T.?». Ed ella disse che non lo volea fare, né mica uccidere lui. «E dunque volei tu uccidere pur T.?». Ed ella disse allora che pur per lui l’avea fatto. Ed allora comandoe lo re ali baroni suoi che debbiano giudicare quello che sia ragione da fare di lei, sicome di femina c’hae commesso grandissimo accesso. «E se voi non giudicherete la veritade, io vi faroe voi distruggere tutti.» Ed allora andarno li baroni tutti, perch’ebero dubitanza deio re, e dissero che la reina avea fatto accesso che dovea esser distrutta. Ed allora incontanente comandoe lo re che fosse acceso uno grande fuoco. Veggendo la reina ciò fare, incomincioe fortemente a piangere e le dame e le damigelle co le’. Ma T. vedendo piangere le dame e le damigelle co le’, domandoe uno de’ baroni, e dissegli: «Ond’è venuto questo dolore cosí novellamente, ch’io vi veggio tutti quanti piangere?». E uno de’ baroni si gli disse: «Noi si piangiamo perché la reina dee essere arsa». E T. disse: «Che ha ella fatto, perch’ella dee essere arsa?». E lo barone gli disse: «Perché la reina ti volle attossicare». Ed allora si parte T. dato barone e venne ala sala deio palagio, lá dov’iera lo re con altri assai baroni. E T. si si inginochioe dinanzi dal padre e dissegli: «Messer, io v’adomando uno dono». E lo re si maraviglioe di ciò che