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fallo sí è questa la veritade. E imperciò sí la pregate assai dala mia parte ch’ella sí mi debia dare il suo socorso al piú tosto ch’ella puote, sí ch’io non perisca».


XCVIII. — In questa parte dice lo conto, che quando la damigella intese queste parole, fue molto dolorosa per amore di T. E disse: «Sappiate che madonna Isotta non vi potrá dare nessuno aiuto né nessuno consiglio, imperciò ch’ella non puote parlare a neuna persona ned a me ned a altra damigella nessuna, se non solamente [a]lo re Marco. Onde sappiate che madonna Isotta sí è nela torre del palagio e lo re Marco sí tiene la chiave a sé dela torre, sí che neuna persona non puote andare a lei, se non solamente egli, e lo re Marco in sua persona le porta da mangiare e da bere. E non istae co lei nessuna damigella. Ed io perciò so bene che voi da lei non potrete avere neuno aiuto né neuno consiglio. Ma tutta fiata io farò vostro comandamento di tutto ciò che voi mi comanderete, sed io fare il potroe».


XCIX. — Ma in questa parte dice lo conto, che quando T. intese queste parole, fue tanto doloroso piú che neuno uomo che fosse nel mondo. E appresso sí disse: «Damigella, io vi priego quanto io so e posso che voi sí dobiate andare ala corte del re Marco e fate quello di che io v’ho pregata. E se voi non potete parlare a madonna Isotta, e voi sí dite a Braguina ch’ella sí vegna a me incontanente, e ditele ched io sí l’aspetto al’entrata del bosco». E quando la damigella intese la volontade di T., disse: «Questo farò io volontieri, dappoi che a voi piace». E a tanto sí si parte la damigella da T. ed acomandansi e dicono addio addio, ed andoe a sua via con sua compagnia. Ma molto iera dolente la damigella di T., lo quale iera innaverato di morte. E dicea infra se istessa: «Giá unqua non fue né si vide maggiore pecato di neuno cavaliere né sì grande damaggio come di T.». E molto sì ne duole la damigella per amore di T. Ma se alcuno mi domandare onde venia la damigella e come avea nome lo ca-