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la leggenda di tristano |
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corte lo re Meliadus e vide T., cosí bella criatura, incomincioe
ad averne grande ira di lui. E lo re tenea tutto giorno T. in
braccio, e la reina n’iera molto dolente e dicea in fra se istessa:
«Forse n’avrò io uno cotale». E la notte vegnente e lo re
Meliadus giacque con sua dama ed ella ingravidoe. E quando
la reina si sentio gravida, fue molto allegra. Ma T. è cosí
bello e neuna altra criatura non può essere piú di lui [né] si
bello. Ma lo re Meliadus coli suoi baroni ne faciano grande
festa, vedendolo cosí bello, e T. iera maggiore di quattro anni
che gli altri damigelli non ierano ali sette anni. E la reina
portoe tanto tempo lo suo ventre pieno, che venne lo tempo
del parturire; e poi parturette uno figliuolo maschio. Molto ne
menava grande allegrezza la reina deio suo figliuolo; ma lo
re non ne menava si grande allegrezza. Ma incontanente si
fecero trovare balie per lattare lo garzone. E la reina volendo
cosí grande male a T. per le sue bellezze, e dicea infra se
istessa che bisogno è che lo faccia uccidere. Ma Governale
che di queste cose si s’appone assai e conosce bene che la
reina odia T. di tutto suo cuore, e allora Governale si chiama
T. e si gli comanda che non debia mangiare né bere di neuna
cosa che la reina gli dea o faccia dare. E allora dice T.:
«Io faroe tutto quello che voi mi comanderete». Ed allora
Governale chiamoe T. nela camera, e tanto vi stettero in tale
maniera uno grande tempo; si che T. potea avere anni VII.
Ed allora andoe T. per la sala del palagio, tanto bello ed
avenante che neuno altro non si truova com’ello o piú bello
di lui. Ma lo re Meliadus prese T. in braccio e portalo neia
camera e coricossi con esso lui e teneasi T. in braccio. E
questo si era di state ed iera allora grande caldo, si che lo
re Meliadus guardando in una finestra e vide una ampolla
piena, che parea buono vino. E allora disse lo re a T.: «Vae
prendi quella coppa e dami bere». E T. che di queste cose
non prende guardia, prende l’ampolla e mette questo beveraggio
nela coppa, credendo egli che fosse buono vino, e porselo
alo re. E lo re istese la mano per prendere la coppa; e
la reina, vedendo che lo re prendea la coppa lá ov’era lo