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128 | la leggenda di tristano |
LXXXIV. — A tanto lascio lo conto di parlare di questa
aventura, perché non apertiene a nostra materia, e torniamo
a T. e a madonna Isotta per divisare sí com’egli istettero ala
magione dela savia damigella. Ma dappoi che T. e madonna
Isotta fuorono ala magione dela savia damigella, e T. ismontoe
da cavallo e andoe dentro ala magione, e vide bene ch’ella
iera piú bella e piú delettevole a vedere che giamai fosse
veduta al mondo. E quando T. l’ebe veduta, sí uscio fuori e
venne a madonna Isotta e dissele: «Madonna, or venite a
vedere la piú bella magione che sia in tutto ’l mondo».
E madonna Isotta ismontoe da cavallo e andoe in dela magione, e quando la vide piaquele assai oltre misura. E T.
comandò a Governale ch’egli procacciasse da mangiare. Ed
allora si parte Governale incontanente per andare alo castello.
Ma andando in cotale maniera, ed egli si ebe trovata Braguina, la quale s’iera fuggita dalo re Marco e andava caendo
madonna Isotta. E quando Governale la vide, sí gli fece
grande onore. E Braguina disse e domandoe Governale: «Ov’è
monsignor T. e madonna Isotta?». Ed egli sí rispuose e disse:
«Braguina, stu vuogli andare lá dove sono, io sí ti metteroe
diritta per la via, lá dove è T. e madonna Isotta». Ed appresso a queste parole sí insegnò la via a Braguina, per
andare ala magione dela savia damigella. E quando Braguina
fue ala magione dela savia damigella, ed ella vide T. e madonna Isotta con esso lui. E incontanente ismontoe da cavallo
e andò a loro. E T. quando la vide, sí fece grande maraviglia, ed egli e madonna Issotta, e incontanente sí le fecero
molto grande onore. E istando in cotale maniera, e Governale sí tornò con drappi da letto molto begli e richi, ed
apportoe da mangiare e da bere assai e tutte quelle cose che
a loro abisognava. E quando T. lo vide tornare, sí ne fue
molto allegro. E poi si apparechioe da mangiare e mangiarono co molta grande allegrezza. E dappoi ch’ebero mangiato,
e Governale e Braguina sí aconciarono il letto di T. ed andarono a posare. Grande è la gioia e la festa che fanno insieme
ambodue gli amanti e non curano di neuna altra cosa di mondo,