Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
122 | la leggenda di tristano |
istrettamente. E la reina quando il vide legato, incomincia a
piagnere molto duramente ed a dire in fra se istessa: «Ora
son io la piú disaventurosa reina che sia al mondo, quando
sono presa in cotale fatto». Molto si duole la reina e T. non
fae motto. Alo matino sí venne Ghedin alo re Marco e disse:
«Re Marco, io t’aporto buone novelle, ché noi si avemo preso
T. e madonna Isotta. E quando a voi piacesse, sí vi lo meneremo dinanzi a voi». Allora sí comandoe lo re che lo
debiano menare dinanzi a lui. Ed allora sí presero T. e madonna Isotta e sí legarono loro le mani e sí gli menarono
dinanzi alo re. E lo re guardò e vide T. e madonna Isotta
davanti lui. E pensando nela bellezza di madonna Isotta e nela
prodezza di T., incomincia a dolere fortemente di loro e a
dire in fra se istesso: «Oimè, Ghedin, perché m’hai morto?
Or poss’io bene dire ch’io sono lo piú disaventurato re che
mai fosse, dappoi ched io per fallo di me hoe fatto pigliare lo
migliore cavaliere del mondo e quegli che piú m’hae fatto di
prode e d’onore e di servigio. E dappoi ched egli è preso,
bisogno è che si faccia vendetta di lui e ch’io faccia distruggere la reina, la quale è la piú bella donna del mondo». Ma
dappoi, dolendosi lo re in tale maniera, disse a T.: «Da che
tu inverso di me hai fatto tradimento, bisogno è ch’io di voi
faccia vendetta». E allora sí comanda lo re che la reina si
debia essere arsa e a T. sí sia tagliata la testa. E allora sí
fuorono a’ prieghi tutti li baroni di Cornovaglia, ch’e’ gli
debia perdonare e ala reina altresie. E lo re per loro amore
sí liberoe la reina dal fuoco e comandoe che dovesse essere
data ali malatti.
Or sí si parte Ghedin e li cavalieri con XII paladori a piede armati, e tenneno contravalle ala cittade. Sí che tutti gli uomini e le femine che vediano andare T. in cotale maniera, tutti diciano per una boce: «Oimè, T., pro cavaliere e cortese che tu ieri! Malaggia lo re Marco! che bene si dovea aricordare quando tue combattesti col’Amoroldo d’Irlanda e mettesti la tua persona in avventura di morte per deliverare Cornovaglia di servitudine. E ora ti ne venne rio guiderdone».