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la leggenda di tristano |
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madonna Isotta è piú bella che non è la reina d’Organia».
E tutte queste parole intendea la reina Isotta e disse: «Cavalieri, ditemi cui figliuoli voi foste». Ed eglino dissero: «Lo
re Pellinor fue nostro padre». Disse madonna Isotta: «E se’
tu cavaliere errante?». Ed egli disse che sie. Allora disse la
reina Isotta: «Io nol credo che tu fossi figliuolo del re Pellinor, perché lo re Pillinor sí fue uno cortesisimo cavaliere,
ma tu non ritrai da suo legnaggio di cortesia. Imperciò che
me non pare che tu sii mica cortese cavaliere, quando tu davanti a me tu mi die villania». Allora sí disse PAmoratto:
«Io vi priego, madonna Isotta, che, sed io ho detta follia
inverso di voi, che vi piaccia di perdonarmi, perché tutto
tempo di mia vita io non faglierò in cotale modo». Allora
sí si partono intrambodue li cavalieri e prendono commiato
dela reina e pervegnono ala strada appiede d’uno bello albero,
e ivi sí truovano una damigella che venia ali padiglioni. Ed
or la domandano e dissero: «Damigella, io vi priego per amore
che voi ci dobiate fare uno messagio alo re Marco, e dite cosi
che due cavalieri erranti sí sono laggiuso a piede di quello
albore ed ivi sí stanno e dimandano giostra». E la damigella
rispuose e disse che questo messaggio fará ella volontieri.
Allora sí parte la damigella dali cavalieri e viene alo re Marco
e dice: «Re Marco, laggiuso si hae due cavalieri erranti che
vi domandano giostra». E lo re sí rispuose e disse: «S’egli
giostra domandano, ed io dico cosí ched io di giostra non
fallirò giá loro». Ed allora sí comanda lo re che incontanente
due cavalieri sí montino a cavallo e prendano loro arme per
andare a combattere «con quegli due cavalieri erranti, li quali
v’aspettano». E incontanente due cavalieri sí fuorono armati
e andarono a combattere co’ due cavalieri erranti. E l’Amoratto, quando vide venire li cavalieri, disse: «Or vedremo
noi come la faranno li cavalieri di Cornovaglia». Allora abassa
la lancia e viene a fedire inverso lo cavaliere, e l’Amoratto
viene a ferire lo suo di tutta sua forza e passagli lo scudo
e l’asbergo e mettegli la lancia nele coste e miselo a terra
del cavallo. E lo suo cuscino sí abatteo lo suo e fece lo