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102 la leggenda di tristano


dlo piú dolce sonno, che mai avesse neuno cavaliere? ché io si iera cola mia donna in grande sollazzo e in grande allegrezza, e tu se’ venuto ed hámi tolto lo mio sollazzo. Ma se tu fossi cavaliere, tu Scatteresti bene cara. Or ti dico che tu ti parti di qui, ch’io voglio sapere s’io truovo cosí dolce sonno com’ie avea ora indritto». Allora si pose giuso a dormire. E Governale torna inverso T. e truova T. nelo diserto e contogli sí come avea trovato Pallamides a piede d’una torre. Allora torna T. e Governale inverso la torre, lá dove avea trovato Pallamides. E T. quando vide che Pallamides dormia, disse: «Vae chiama Pallamides e digli che vegna ala battaglia, ch’io l’aspetto». Ed allora sí ritorna Governale a Pallamides e prendelo a chiamare, e Pallamides non intendea neente di queste cose. E allora Governale sí ismontoe giuso da cavallo e prese anche Pallamides per l’elmo e comincialo a tirare per grande forza. E tanto lo tiroe che Pallamides si fue isvegliato. E dappoi che fue isvegliato, vide ch’iera lo scudiere, quegli che altra volta l’avea isvegliato e trattolo di si dolce pensiero ov’egli iera, che gli parea essere cola sua donna a tanto compimento d’amore. Ed egli disse alo scudiere: «Iscudiere, tu se’ troppo folle, e dicoti, se tu fossi cavaliere, tu l’acatteresti caro ciò che tu fatto m’hai». E Governale rispuose e disse: «Io sí vi dico che voi sí dobiate prendere l’arme, che lo tuo pensiero non ti vale neente, ché messer T. t’aspetta alla battaglia». E quando Pallamides intese che T. aspettava lui ala battaglia, incontanente si leva suso in piede e prende suo iscudo e sua lancia e monta a cavallo e viene via ala giostra con T. Allora sí si disfidano insieme l’uno l’altro e dappoi sí si vegnono a fedire insieme intrambodue li cavalieri ed ispezzansi le lande adosso insieme. E ferirsi sí forte insieme l’uno l’altro che intrambodue li cavalieri si vanno in terra de’ loro cavagli e li cavagli sopra li cavalieri, sí che ciascuno fue assai disbrigiato di questo cadere. E incontanente sí si rilevano suso intrambi li cavalieri e sí mettono mano ale spade e viene l’uno inverso l’altro e incominciansi a fedire dele spade e a dare di grandi colpi,