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100 | la leggenda di tristano |
trovò istare in tale maniera. E T. sí parla alo re Marco e
dice: «Ree, onde è venuto questo dolore cosí novellamente?
ché stamane vi lasciai io cosí allegro ed ora v’ho trovato istare
cosí doloroso». E lo re disse: «T., questo dolore è addivenuto ora novellamente ed hálomi fatto Pallamides, in questa
maniera, che venne a me e dissemi che la reina sí gli avea
prome[sso] uno dono, e imperciò ch’ella non si potea obrigare
sanza mia volontade, sí volle ched io sí concedesse alo dono
ch’ella avea promesso. Ed io non prendendo guardia al dono
dar lui, sí lo concedetti lo dono, ed egli si domandoe che
volea la reina Isotta, la quale ne volea menare con esso lui.
Ed io quando intesi queste novelle, fune molto dolente sí
com’io dovea essere, ed io sí gli dissi e pregalo assai ched
e’ gli dovesse piacere di non farmi questo disinore cosí grande,
sí com’era di menarne la reina. Ed io s gli disse ched egli
si prendesse dell’oro e del’argento quanto volesse o altro, qualunque cosa egli volesse o gli piacesse di mia corte. Ed egli
disse ch’egli amava piú sé che me. Allora sí prese la reina
e sí la menò via. E non ebe in tutta Cornovaglia nessuno
cavaliere lo quale arme ardisse di prendere incontra di lui,
se non solamente lo cavaliere innaverato, lo quale iera in mia
corte, che prese l’arme e andoe dirieto a Pallamides e non
sappiamo che sí ne sia addivenuto di lui». E quando T. intese queste parole, sí ne fue molto dolente, piú che neuno
altro cavaliere e disse: «Ei Dio, e chi uddio mai parlare di
cosí malvagi cavalieri, sí come sono quegli di Cornovaglia,
che per diliveragione di loro donna non vollero prendere
arme?». E incontanente T. sí comincioe a gridare l’arme per
armarsi. E lo re Marco prese l’arme e disse che non s’armerebe per nessuna maniera, e T. dice che sí farae. E allora sí
gli comanda lo re Marco che perciò che T. gli era tenuto,
egli si debia rimanere di non andare la notte.
LXXIV. — A tanto sí si rimane T. di non andare la notte dinfino alo mattino. Molto fae grande pianto T. tutta la notte per madonna Isotta e in quella notte non dormi egli né poco