98 |
la leggenda di tristano |
|
noi due non è querella, la quale per noi due si debia menare
a fine, ed io veggio che voi siete presso dela morte, [io voglio
che noi non combattiamo piú]». Allora disse Sigris: «A me
pare che voi siete vie piú presso ala morte che non sono io».
Allora disse Pallamides: «E come son io piú presso ala morte
mia che voi? Non vedete voi che voi perdete tutto lo vostro
sangue?». Allora si puose mente Sigris ali piedi e vide tutto
Io prato pieno del suo sangue. Ed allora sí incomincioe a
dubitare. Ma questo sangue non iera dele fedite le quali Pallamides gli avesse date, anzi iera uscito dele fedite ch’egli
avea prima, lá ond’egli si medicava a corte delo re Marco.
Allora sí rincomincia la battaglia intra li due cavalieri e Pallamides sí gli dae sí grande colpo dela spada sopra l’elmo
che lo fae trarripare a terra delo cavallo, ed alo cadere che
fece si isoasimoe. E Pallamides volge la testa delo distriere
in quella parte lá ove avea lasciata madonna Isotta e guarda
e nola vede. Ed allora sí si incomincia a chiamare lasso issé
dolente e tristo cavaliere, lo piú che nessuno cavaliere del
mondo. «Dappoi ched io ho perduta madonna Isotta ed io
mi voglio chiamare lo piú lasso cavaliere e lo piú disaventuroso che mai fosse nel mondo». Allora sí si muove Pallamides
e sí cavalca inverso lo diserto grande ora, in quella parte lá
dov’iera lo fiume, ed allora sí incontra Pallamides lo varvassorio. Ed or lo domanda e dicegli: «Cavaliere, iscontraste
voi una dama cavalcando uno palafreno bianco?». E lo varvasore disse: «Cavaliere, perché mi ne domandi tue?». E
Pallamides disse: «Perch’ella sí iera mia dama». Ed allora
rispuose lo varvassore e disse: «Ed io sono quegli che la
t’hoe tolta ed bolla messa in una mia torre». «E com’è ciò»
disse Pallamides «e se’ tu quegli che cosí grande dolore m’hai
fatto? Per mia fé, tu non ti ne loderai giae». Ed allora Pallamides mette mano ala spada e fieri alo cavaliere e dagli
tra ’l capo e le spalle ed abattelo morto a terra del cavallo.
Allora disse Pallamides: «Se tu m’hai fatto damaggio a me,
tu non ne farai piú giamai a nessuno uomo». E allora si parte
Pallamides dalo castello e cavalca inverso lo fiume e passa