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la leggenda di tristano |
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ambodue li cavalieri e mettono mano ale spade e incominciasi
a ferire insieme di grandi colpi l’uno all’altro, sí che alo ferire dele spade si conosce Pallamides che Sigris non è suo
amico. Sí che, anzi che rimanesse lo primo assalto, non ve
n’ha nessuno che non abia fedite assai. Combattendo in tale
maniera, e la reina vedendo combattere li cavalieri, incomincia a fuggire inverso lo diserto e vide uno fiume molto grande.
Ed ella cavalca in quella parte per intendimento d’andarsi ad
annegare. Ed andando inverso lo fiume, ed ella si iscontroe
uno barone di Cornovaglia, lo quale sí domandoe e disse:
«Dama, perché fuggite voi in tale maniera?». Ed ella si rispuose e disse ch’ella sí s’andava ad annegare. E lo barone
sí la domanda per che cagione, ed ella disse ch’ella sí era la
piú disaventurosa reina del mondo. E lo barone disse: «Siete
voi madonna la reina Isotta?». Ed ella disse che sie. Allora
sí torna lo barone cola reina e passa madonna Isotta a uno
passo di quello fiume e menolla ad uno suo ridotto a una
torre molto bella e forte. Ed or dimanda lo barone perché
la reina fuggio. E ella sí disse che Pallamides l’avea tolta
alo re Marco per inganno [e] sí come Pallamides era rimaso
ala battaglia con uno cavaliere, «ed io vedendo combattere
Pallamides con quello cavaliere, sí incominciai a fuggire, sí
che io mi volsi anzi andare ad anegare che nessuno cavaliere
m’avesse altri che lo re Marco». Allora disse lo varvassorio:
«Madonna, oggimai non v’è mestiere di temere di neente,
imperciò che voi siete in buono luogo e sicuro». Allora sí
comanda lo varvassorio ale donne e ale donzelle dela casa
che la reina debia essere bene servita di tutto ciò ch’ella comanda. Ed allora si parte lo varvassorio e viene inverso Tintoil. Ma Pallamides lo quale combattea colo cavaliere, sí si
maraviglia molto dele prodezze che truova in lui. Ma dappoi
ch’egli hanno tanto combattuto che [a] ciascheduno facea bisogno di riposare per cogliere lena e forza, allora si trassero
indietro l’uno dall’altro e Pallamides sí parla a Sigris e dissegli: «Cavaliere, tanto siamo combattuti intra noi due, che
io conosco che voi siete buono cavaliere. E imperciò che tra