Pagina:La leggenda della cintola di Maria Vergine che si conserva in Prato.djvu/7


Leggesi nella storia di Ierusalem, che anzi che li apostoli si partissero della valle di Iosaphat, fecero a laude della nostra Donna una grande chiesa, ove lasciò santo Tommaso la Cintola ad uno religioso uomo, lo quale avea moglie e figliuoli in Ierusalem, col quale li apostoli abergavano quando andavano in Ierusalem; lo quale religioso albergando lo detto apostolo santo Tommaso, anzi che ritornasse in India li lasciò la detta Cintola, e comandolli che ne avesse grande cura. Et tenendola con grande reverenzia, l’uno quando moria lo diceva a l’altro suo figliuolo: e così si lasciò di generazione in generazione1, tanto che pervenne alle mani d’uno sacerdote che reggeva la chiesa predetta in Ierusalem; et questo prete aveva moglie legittima; c’ancor li preti di là entro hanno moglie, che non promisero mai castitade a Dio: e questo cotal prete avea una figliuola, la quale avea nome Maria, e tenéla molto caro.




Sappiate che in Prato ebbe uno uomo, lo quale avea nome Michele: e questo Michele disse; Qui non fo io nulla: io voglio andare a visitare la Terra santa. E mossesi a cercare del mondo: e cercando, come Dio volle, capitò in quella terra dove era questo prete. E andando questi per la terra, capitò a casa della moglie di questo prete; e prese a favellare co’ lei; e quelle disse; Onde se’ tu? e quelli disse; lo sono di Toscana, d’uno castello che ha nome Prato. E in questo favellare la figliuola di costei, che avea nome Maria, innamoroe sì forte di costui, che non trovava luogo: e elli volea bene a lei: sì che la madre, vedendo ch’elle voleva cotanto bene a costui, diegliele per marito, che non lo seppe criatura del mondo: che se l’avesse saputo lo padre, ch’era così ricco, innanzi che l’avesse acconsentito, si l’arebbe morta. Sì che per questo la donna vivea in grande paura che non lo sapesse, e disseli così; Michele, io voglio che tu ritorni

  1. Manca in generazione, che prendiamo dall’altro testo.