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Via; non esaltiamoci di nuovo: ragioniamo ancora. Innanzi tutto i pomi delle Esperidi non vanno in commercio, i fichi secchi sì, vanno. Inoltre, come non tutti i tenori non sono eroi, e molti baritoni che alla ribalta sono tremendamente tragici, alla trattoria sono i più onesti e lepidi mangiatori del mondo, così similmente basta essere sapienti per quel tanto di tempo che si sta sul palcoscenico della vita. Quelli, anzi, che rimasero sapienti anche dietro le quinte, fecero tutti fine infelice.

E indubbiamente l’amico mio è giovane di molti studi: ma gli studi e l’erudizione contengono assai poca quantità di sapienza. Il povero popolo crede che ne contenga tanta, perchè giudica dall’esteriore: ma vero non è. E ne sia prova questa, che una folla di analfabeti nel moto della passione si comporta come una folla di gente addottrinata. Così se noi imprimiamo il moto ad un disco ove siano i colori dell’iride, appare bianco come un disco che è tutto bianco.

«Via, — dissi a me stesso, — compatiamo l’amico che se ha sbagliato, ha sbagliato soltanto nel non aver conosciuto il tuo orgoglio; e mandiamogli un biglietto di congratulazione!» Ma se vi sono dei vecchi coi capelli bianchi che giuocano ancora sul cavallo a dondolo del cavalierato!