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V.

La vecchia e il porcello.


Bere il caffè e fumar la pipa al fresco d’estate è un piacere degno di Giove Olimpio; però ciascuno si può cavare questa voglia, se ha l’abitudine di alzarsi presto.

Tuttavia il godimento è tanto maggiore, quanto più uno lo ha condito in antecedenza col lavoro e con la fatica salutifera.

Da questo lato non ho rimorsi nel mio ozio, e perciò con letizia maggiore che non si possa pensare, bevo il caffè e fumo la pipa, la mattina, all’ombra di questa casetta di pescatori.

Questa casetta appartiene ad un villaggio presso il mare, e il suo nome io l’ho già svelato. Gli abitanti e le abitazioni possono — io credo — fornire ad un archeologo elementi bastevoli per ricostruire al naturale una città trogloditica: un filosofo può fare degli studi sul prodotto umano allo stato naturale.

Il sole si è levato a pena e pende sul mare; ma le casette, disperse su le dune, fra le betulle e i tamarischi, dormono ancora. Però la vecchia — la madre del pescatore da cui ho