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Ma se l’Abetone era occupato di villeggianti di tipo aristocratico, San Marcello, la Porretta e tutti i paeselli dell’Appennino Pistoiese erano pieni di villeggianti della media e piccola borghesia. Io non avrei mai creduto di trovare tanta brava gente in istato di riposo. «Va pur là, — dissi a me stesso, — che i poveri paria che stanno chiusi dalla mattina alle sei alla sera alle sei nelle officine di Milano, non li conoscono questi lussi! E se poi si sfogano con qualche po’ di baccano, di sciopero e di proteste, che diritto hai di brontolare su la fine del mondo, o placido borghese che qui leggi a fatica il giornale nella poltrona di vimini, al fresco?»

All’albergo di San Marcello Pistoiese mi fu concesso per grazia un posticino in fondo ad una gran tavola di villeggianti, e quando tutti furono serviti, la servetta venne a servire anche me.

Avevano un gran contegno quei piccoli borghesi, quasi come gli aristocratici dell’Abetone.

Ho ancora nell’orecchio il lungo discorso che un piccolo brutto uomo, tutto ritinto e calvo, teneva con fluidissima voce toscana ad alcune signore intorno al matrimonio. Diceva spesso: — Io non lo cerco e non lo fuggo il matrimonio: io aspetto che venga da sè!

Panzini. La lanterna di Diogene. 5