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di luce come le cose create, e caricarsi di forza come il mare e come l’aria, bene io vorrei a passo a passo descrivere il mio viaggio, e dire quale senso di religione afferrò con forte mano il mio cuore e lo sollevò in alto, colà dove l’unghia d’Eva non graffia.
Ben possono i filosofi moderni prendere le antiche fole e le parole dei savi e dei profeti e formarne un’antologia o un vocabolario pazzesco per l’istruzione delle nuove genti!
Tra questi filosofi e critici riconobbi me stesso; ma in verità noi non potremo impedire che quelle parole antiche siano orientate, come veramente sono, verso la luce. Tristi minatori del pensiero, lavoriamo, lavoriamo! la galleria che si scava sprofonda verso l’abisso!
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Ohimè questa specie di spiritualizzazione dell’anima durò soltanto per quel giorno, come una nube lieve penetrata dal sole; durò finchè davanti a me ebbi l’Appennino selvaggio, deserto, immenso, che pareva non avesse confine. Ma perchè i filosofi moderni non vanno a scrivere in qualche luogo romito! perchè non si levano quando la stella di Venere sorge su le vette dei monti!
Quando giunsi all’Abetone, l’anima si ricon-