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che la strada — ce n’era una sola! — mi assicurava dell’esatta direzione, eppure.... Eppure io non sarò mai un esploratore, nè un navigatore, nè un conduttore di eroi. Teseo, Ulisse, Vasco di Gama, Colombo, Marco Polo, Nansen, Livingstone, ecc., gli uomini che più ammiro, che più mi parvero degni di essere fatti a simiglianza degli Dei, erano di altro metallo dell’umile sottoscritto.

Va bene: io sento le voci della Natura. Questo è un grande onore; ma ne ho anche una grande.... paura.

Via, diciamo la parola esatta! Paura! Quei giganti di monti mi facevano sentire che la mia anima era straordinariamente piccola: le selve dei castagni e delle querce parevano avere una loro anima tragica. Lama Mocogno mi parve il nome lugubre di un castello per l’Orco.

Invece (vi giunsi alfine!) era un’allegra fila di casette. Respirai più liberamente. Il calzolaio, il sarto lavoravano ancora presso il limitare, ed io, sciagurato, già mi vedevo cinto da tenebre per ogni parte!

Mi sedetti sotto la veranda di un alberghetto; ed ero giunto a tempo per osservare che la fronte del monte Cimone era lambita ancora dalla carezza del sole.

— E se vuol venire a cena, è pronto! — suonò la voce dell’ostessa dopo alcun tempo.