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Questo ragionamento mi parve così logico e semplice che dimenticai di pensare ai casi miei.

Era molto tempo che io andavo, andavo senza fatica. Dunque la via scendeva, dunque io mi trovavo ben sotto il livello di Paullo. Ora, se Lama Mocogno è 400 metri sopra il livello di Paullo, segno è che vi debbono essere molti chilometri di salita! Anche questo ragionamento era semplice e logico; ma smorzò la mia felicità di discendere: la salita poco dopo infatti ricominciò.

Dopo aver girato uno sprone di poggi — sull’ultimo dei quali s’eleva un gran castello, turrito, e bianco sul verde, un castello che poteva servire di modello al Doré per illustrare l’«Orlando»: glorioso ne è il nome: il castello di Montecuccolo — la via sale sempre lungo un contrafforte di monti, i quali formano la valle dello Scoltenna, in fondo alla quale valle sfumava la doppia gobba del monte Cimone.


*


Trovarsi fra i monti, sentir calare la sera, non vedere indizio di abitato, fa un certo effetto, specialmente per chi è nuovo del luogo. È vero che l’ottima guida del Touring mi dava Lama Mocogno a poca distanza; è vero