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sonno: ma certo in questo tempo gli operai del corpo, i lavoratori della vita, avevano lavorato alacremente mentre il cervello riposava: avevano restaurata e pulita, la gran macchina umana. Non avevano fatto come i lavoratori della terra, della officina, ecc., i quali — se il padrone non vigila — s’addormentano o scioperano.

L’umile stomaco, la spregiata bile, le pazienti glandole si erano messi all’opera quando io chiusi gli occhi al sonno; e quando li riapersi, bene capii che i gnocchi, gli uccellini, i funghi, il vino tosco erano passati rapidamente per tutti gli stadi della lavorazione.

Questa organizzazione operaia dell’umile corpo è cosa sempre più sorprendente; ma più sorprendente è la letizia che inonda il cuore allorchè questa funzione si compie in modo normale.

E come un grande scultore può trarre un’opera d’arte da un vile pezzo di legno, così agli armonici operai del corpo poco basta per bene lavorare. Chi lo direbbe? Gli umili operai del corpo umano non domandano per condimento alle vivande gli artificj dei superbi cuochi e delle ricche mense, ma domandano il condimento della sanità e della letizia dello spirito.

Io voglio molto bene all’Ariosto; ma oltre