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bini, io ho paura di quella sfinge dai denti aguzzi più che della scure che uccide la vita dei nobili pini! (Essi correvano, coi loro abitini bianchi e rossi, in fondo agli ondulamenti del prato, smarrendosi fra i tronchi lontani. Io sorpresi i miei occhi che lagrimavano!)
Ebbene, poichè non sarà possibile nè meno a voi sottrarvi al martirio dei sensi, quale consiglio darvi a questo proposito, bambini miei? Ecco, come la nonna vi consiglia di mangiare con moderazione il dolce dei pinòli che ella prepara, così io vi consiglio di affondare con moderazione, senza astinenza nè intemperanza, i denti nel frutto per cui Eva fu creata dal Signore.
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— Perchè, — essi mi chiesero, — questi pini non li vedremo più?
— Perchè devono morire.
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Io vidi i più belli di questi pini segnati con una croce di vernice rossa.
La selva dei nobili pini era stata comperata da un ingordo speculatore: questi aveva, alla sua volta, ceduto per trenta lire ogni pino.