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valle; cioè lagune e paludi, infeudate a chiese e conventi.
Sant’Alberto, un budello lunghissimo di case, limitato dall’argine del Po-Reno o Po di Primàro, è il centro di questi lavori di bonifica.
E come per legge fisica le grandi estensioni di acque prendono sapore di sale, così le grandi masse umane oggi prendono il sapore socialista. Il socialismo di quella regione si trova in istato torbido, come le acque del Lamone. Ma io credo che queste si purificheranno prima di quello.
Molte schiere di questi lavoratori passavano per la nostra via: via sempre più deserta, fra terreno sempre più selvaggio e palustre, nudo di abitazioni. Schiere di lavoratori scalzi: pupille torve che inseguono le biciclette.
Se non v’è una minaccia, certo v’è un rimprovero in quelle pupille e sempre dice:
— «Voi siete agili! voi vi divertite a correre! noi siamo legati al terreno melmoso che, pala a pala, smoviamo, per creare a voi il gran canale: noi, fra la malaria!»
La selvaggia landa si rispecchia nei selvaggi volti, e se non danno spontaneamente il passo, io credo cosa prudente andar nel mezzo del polverone e lasciar loro la battuta. Questi socialisti non sono ancora abbastanza evo-