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dalle vele rance, ornate di segni strani e infantili, fatti per il riconoscimento: ma quella sera, a cagione del forte vento, non c’era alcuno su la spiaggia, e i bragozzi e le tartane avevano cercato rifugio nei piccoli porti vicini.
Però davanti a me camminavano, vincendo la forza del vento avverso, due giovanette. Io ne conobbi subito una: era un’adolescente, quindicenne a pena, figlia di onestissima e timorata famiglia, piccoli possidentucci di provincia. Le gonnelline corte erano ancora del suo corredo; e la madre e il padre, in quell’estate e per la prima volta, ma con grandissimi riguardi, l’avevano condotta alle semplici festicciuole di ballo su la spiaggia.
Sono feste assai alla buona: anzi un tempo si ballava sotto un tendone, fatto come quello delle giostre; poi ci fu un imprenditore che pensò di costruire un capannone di muratura. Ballonzoli per bambini; anzi è curioso osservare certe testoline ricciute di maschietti che dondolano tutti i loro ricci, agitano con gran pena le gambe nei minuscoli calzoncini per voglia di ben ballare; ma il tempo di musica non lo trovano; pestano e girano come i pigiatori in un tino, e così girando, finiscono col trovarsi in un angolo, in fra un crocchio, o vanno a dar del capo nel muro; allora, dopo