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tante pupille. Io fui d’un tratto colpito, come nella mia mente improvviso apparisse l’unità della radice nelle due parole:  l u s s u r e g g i a n t e,   detto dei pioppi; e   l u s s u r i a,   detta della piccola attrice.

«Dove è andata la piccola Ninfa che fra di noi scendeva?» — chiedevano i pioppi, e proseguivano fremendo: — «Oh, potere, come già delle antiche Ninfe avveniva, stringerla e occultarla entro le nostre cortecce!»

Ma cominciando a salire il viale, verso la casa del cantoniere, appariva il mare.

Esso era verde e livido più che azzurro, e sotto l’impulso del gran vento di levante, quel piano unito si rompeva in lunghe file di schiume bianche, che ricadevano con fragore di armi guerriere.

La luna pendeva pallida su dal cielo. Verso occidente il cielo era di fiamma. Vera nell’aria la lucentezza livida d’un temporale lontano.

Su lo spaldo della ferrata, dove più feriva il vento, quivi sorgeva, nera, la figura di Imperia. La ricca gonna e i capelli le ventilavano dietro. D’una mano reggeva la sottile macchina perchè il vento non la sbattesse a terra; dell’altra teneva impugnato il berretto, onde la fronte e tutto il viso — un viso forte, quasi maschile, ma lumeggiato da due grandis-