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— Meglio avere una casa col tetto. Quando piove forte e per molto tempo, l’acqua ci entra (indicò la tenda), e non sempre dura l’estate.
La mia presenza interruppe il dialogo. La donna volse su di me, intruso, le sue pupille umide, dilatate, piene di investigazione superba, che dicevano: «Perchè voi vi fermate a guardare gli zingari mentre li guardo io?» e rivolta a loro:
— Prendete, — disse interrompendosi, — e offerse delle monete.
Sbucarono alcuni corpi scimmieschi di bambini, dalle pupille fosforescenti; lunghe mani si tesero. Diedero una moneta ad ognuno.
— Grazie, — disse l’uomo in nome dei bambini.
— Buona sera, — ed ella s’allontanò lentamente.
*
La riconobbi allora. Ella era quella ciclista che spesse volte avea veduto, maschilmente sola, sicura, lanciare, sotto l’impulso del bel piede, la docile macchina leggera e oltrepassarmi. Nella sua mente, sì certo, si deve formare questo nucleo di idee mentre fugge veloce. Oh, perchè non è ella Saffo o Corinna per dare all’idea forma di verso?