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— Quando uccisero la regina Draga? — chiese ella.

— No, dopo.

— Così che non l’avete vista, la regina Draga?

— No.

— Ora andate?

— Nelle Marche: noi siamo di Fano.

— Vi credevo boemi o slavi.... (accennò agli stivali ed ai metalli che pendevano dalle vesti).

— No, di Fano, proprio: ma noi si prende un po’ il costume di tutti i paesi.

— Ma vi facevate intendere laggiù?

— Noi ci si fa capire in tutte le lingue; si piglia l’aria di tutti ì paesi.

— E sempre così viaggiate?

— Sempre così. Una settimana in un luogo, dieci giorni in un altro.... secondo il lavoro.

— E stabilite una strada, un paese da andare?

— No! si va avanti.... così, avanti. Se c’è lavoro si sta; se non c’è, si va.

— Bella vita, libera.

— No, brutta!

— Ma siete liberi!

Lo zingaro non parve ben capire il valore di questa parola «liberi!» giacchè le cose del mondo male si comprendono per sè, ma per il loro contrario si comprendono solitamente. Adunque lo zingaro sospirando le disse: