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crepacuore), e finalmente, dopo alcuni anni, Giacomo, già ammogliato, il figliuol maggiore dei maschi. Ed ecco dispersa, anzi direi quasi, scomparsa dal mondo, una famiglia che parea fosse giunta al colmo dell’umana felicità».

Nè il buon prete vi aggiunge chiosa.

Questo prete, come si comprende da questo passo, era un purista. Tanto fanatico anzi egli era dell’aureo Trecento, che dopo Iddio e la Vergine avrebbe tenuta accesa una lampada votiva al Cavalca, al Passavanti, all’autor dei Fioretti, se non fosse stata empietà. Io lo ricordo questo prete dalla semplice vita perchè nella mia puerizia fui qualche tempo sotto la sua disciplina. Fu uomo di grande carità evangelica e morì ottantenne e poverissimo, or non è molto. Nel tempo che in queste terre dominavano i legati pontifici egli era in odore di liberale. Calunnie! Egli amava la Patria attraverso gli autori del Trecento. Era una patria infantile e dolce come un periodo del Cavalca! Egli la cullava fra le sue braccia, egli l’adorava come si adora il Bambino Gesù! Oh che terrore, povero prete, quando s’avvide che al Bambino Gesù spuntavano i baffi, cioè quando s’avvide che la Patria non era più in fasce, non pargoleggiava più, camminava da sè e la lingua Italiana del Cavalca