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nomanza si riverberava molto riccamente anche su quel borgo di calzolai, che è San Mauro, ed un pochetto anche su la sua fuliggine.

— Gli volete dunque bene voi di San Mauro a Giovanni Pascoli?

— A Zvanèin?... (e fece un gesto da toccare, alto come egli era, il tetto della piccola casa). — Anno, quando venne da noi, gli si andò incontro con la banda. Peccato che venga poco di spesso!

(«Va là, buon’anima di popolo, — pensai fra me, — tu sei ancora quella che conservi una certa verginità»).

Or dunque, ritornandomi a mente le parole del carbonaio, e già che il caso mi vi aveva condotto, volli andare a vedere il cimitero ove riposano i morti di quella povera famiglia dei Pascoli, cui un delitto privò del padre, e altre fosse furono poi spalancate; a cui Giovanni, figlio e fratello, elevò più tardi un così nobile monumento espiatorio di dolorosi canti. I vecchi contadini di questa terra ben si ricordano ancora del signor Ruggero Pascoli, il quale era di professione fattore o ministro di una grande tenuta principesca, e ne dicono ancora assai bene: egli morì assassinato nell’agosto del 1867. Tornava a casa dalla fiera e portava delle pupe o bambole per le sue figliuoline. Una fucilata a tradimento lo tra-