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— Avanti! — dissi iracondo.
— Ancora?
— Ma sì, ancora!
I suoni sgorgarono ancora, precipitarono: una folata di suoni che diventarono una folata di popolo che correva allegramente verso la morte. «Ma voi, invocate la guerra, sciagurato!» Mio Dio, sì! Ma la colpa è tutta dell’organetto di Giacomo Moroni: io sono un uomo pacifista. Soltanto dovendo scegliere un genere di morte, questo mi pare preferibile.
In quel punto Giacomo Moroni fermò definitivamente il suo braccio.
— Ma avanti, avanti ancora!
— Sì, ma lei sa che ogni suonata sono due soldi? E poi sono stanco.
— Boccalone, te ne dava anche tre di soldi, — gli disse Pirùzz; e a me, col suo sorriso più intelligente: — È pur sempre bello l’inno di Garibaldi! In quel punto venne una mamma, e afferrata la bambinella che stava con l’orecchio sull’organo: — A far l’erba, brutta vagabonda, che è alto il sole! — E aggiunse all’esortazione l’argomento del suo zoccolo duro.